Un minuto con Dante
La ragione illuminata dalla Grazia

Dopo il racconto del sogno, Dante procede curvo e a capo chino, ancora turbato da quanto ha visto. Virgilio interviene ricordandogli che dalle tentazioni mondane (quell'antica strega) ci si libera attraverso la ragione illuminata dalla Grazia.

ADHAESIT PAVIMENTO ANIMA MEA

19. 40 Seguendo lui, portava la mia fronte
19. 41 come colui che l'ha di pensier carca,
19. 42 che fa di sé un mezzo arco di ponte;
[...]
19. 58 «Vedesti», disse, «quell'antica strega
19. 59 che sola sovr'a noi omai si piagne;
19. 60 vedesti come l'uom da lei si slega.

19. 61 Bastiti, e batti a terra le calcagne;
19. 62 li occhi rivolgi al logoro che gira
19. 63 lo rege etterno con le rote magne».

19. 64 Quale 'l falcon, che prima a' piè si mira,
19. 65 indi si volge al grido e si protende
19. 66 per lo disio del pasto che là il tira,

19. 67 tal mi fec'io; e tal, quanto si fende
19. 68 la roccia per dar via a chi va suso,
19. 69 n'andai infin dove 'l cerchiar si prende.

Dopo il racconto del sogno, Dante procede curvo e a capo chino, ancora turbato da quanto ha visto. Virgilio interviene ricordandogli che dalle tentazioni mondane (quell'antica strega) ci si libera attraverso la ragione illuminata dalla Grazia. Ma ora basta guardare a terra, Dante rivolga gli occhi verso il logoro che gira lo rege etterno con le rote magne, cioè verso il cielo, al richiamo che Dio (lo rege etterno) fa ruotare con le sfere celesti. Il logoro era uno strumento di legno che riproduceva un finto uccello; il falconiere lo faceva ruotare tenendolo con una corda per addestrare il falcone.
In sostanza le sfere celesti sarebbero una sorta di meraviglioso richiamo che Dio utilizza per attirare a sé l'umanità, troppo china a guardare per terra, sedotta dalla concupiscenza e dalle tentazioni mondane.
Dante, riprendendo lo spunto di Virgilio, si paragona ad un falcone che prima guarda in basso, poi si volge al richiamo del falconiere (al grido) ed infine si protende verso la preda. Questa similitudine serve ad introdurre l'incontro con gli avari e i prodighi che, sdraiati proni a faccia in giù con mani e piedi legati, pronunciano un versetto del Salmo 119, 25: “Adhaesit pavimento anima mea”, cioè “La mia vita è incollata alla polvere”. Il contrappasso è evidente: costoro in vita furono troppo attaccati (aderenti, incollati) ai beni materiali e si dimenticarono di guardare verso l'alto.

Enzo Noris

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