Don Pezzoli: la droga esiste
la prevenzione deve essere di tutti

«Il portiere di Dio». Così, nelle intenzioni dello scrittore Giuseppe Zois, avrebbe dovuto intitolarsi l'ultimo libro su Don Chino Pezzoli, da oltre trenta impegnato a salvare i giovani dalla droga. Ma lui non ama il protagonismo. E così il libro, uscito da pochi mesi, si chiama «Cime di libertà».

«Il portiere di Dio». Così, nelle intenzioni dello scrittore Giuseppe Zois, avrebbe dovuto intitolarsi l'ultimo libro su Don Chino Pezzoli. Un sacerdote nato a Leffe 77 anni fa, da oltre trenta impegnato a salvare i giovani dalla droga. Ma lui, il Don, da bergamasco tutto d'un pezzo, non ama il protagonismo. E così il libro, uscito da pochi mesi, si chiama «Cime di libertà».

Di questa «libertà» si è parlato qualche sera fa nell'auditorium del Collegio Sant'Alessandro. Una serata dedicata al dramma della tossicodipendenza. Piaga purtroppo presente anche sul nostro territorio e in modo preoccupante. «E' assolutamente necessario che tutti facciano prevenzione - ha ribadito Don Chino, - perché la droga esiste e può uccidere».

In sala tanti genitori, ma anche giovani, e volontari dei Centri di ascolto dislocati nella Bergamasca. La loro testimonianza è stata uno dei momenti piu significativi della serata. Ai centri di ascolto giunge la prima richiesta di aiuto di tanti genitori disperati e confusi. Nei centri, che hanno sede a Bergamo, Trescore,Canonica , Fiorano al Serio, Martinengo, Capriolo, tante famiglie cercano e trovano il primo aiuto per affrontare il problema.

Nel corso della serata Don Chino ha parlato dell'importanza della Comunità, come struttura capace di recuperare il giovane alla vita, nel senso piu' completo del termine. «La guarigione e' possibile - ha detto il sacerdote - ma ha bisogno di un approccio multidisciplinare , che miri a rieducare l'individuo e restituirlo alla sua dignità».

Solo alla fine di un percorso, non privo di difficoltà, il giovane vittima della dipendenza, potrà dirsi di nuovo libero. Un cammino compiuto da migliaia di giovani lungo i trent'anni dell'attività di Don Chino. Tutte le agenzie educative sono chiamate a questo impegno di recupero. Non escluse le istituzioni, che invece spesso tacciono o non danno risposte adeguate. Lo scrittore e giornalista bergamasco Giuseppe Zois è da sempre amico di Don Chino. Con lui ha collaborato alla stesura del libro, che ripercorre i momenti salienti di 30 anni di impegno , con e per i giovani. Una serata con diversi momenti di forte emozione.

Come quando sul palco si è esibita la giovane e brava cantante bergamasca Tiziana Manenti. Canzoni che hanno commosso il pubblico per l'intensità dell'esecuzione e la bellezza delle parole. E poi ancora quando una mamma, con la voce rotta dall'emozione, ha letto una lettera rivolta a Don Chino. Un grazie , a nome di tanti genitori, per quanto il sacerdote ha fatto e sta facendo. Unica nota stonata, l'assenza di autorità e rappresentanti di enti, che del problema droga si dovrebbero occupare e «con i quali – ha detto Don Chino - noi preti vorremmo poter collaborare, nell'unico importante obiettivo di salvare vite umane».

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