L'ultimo sms di Dalla a Iachetti:
Ciao Enzino, hai guardato il cielo?

«Lucio era Lucio. Questo per chi l'ha conosciuto basta e avanza» dice Enzino Iacchetti poche ore prima di salire sul palco del Cinema Teatro Crystal di Lovere per recitare con Giobbe Covatta la commedia «Niente progetti per il futuro».

«Lucio era Lucio. Questo per chi l'ha conosciuto basta e avanza» dice Enzino Iacchetti poche ore prima di salire sul palco del Cinema Teatro Crystal di Lovere per recitare con Giobbe Covatta la commedia «Niente progetti per il futuro».

Il distacco da un amico, così improvviso e drastico, non gli ha lasciato nemmeno il tempo di salutarlo: «Quando Valerio Staffelli gli ha consegnato il tapiro al Festival di Sanremo - racconta - Lucio mi ha sorriso, con la sua solita espressione. Quella faccetta buffa me la faceva spesso, anche quando ci incontravamo a casa sua, e mangiavamo insieme discutendo sulla vita. Ho un sacco di fotografie con lui, ma nemmeno una seria: o faceva gli occhi storti, oppure qualche boccaccia o una delle sue pazzesche smorfie teatrali... Lucio era come l'avete visto tutti voi. Le sue canzoni sono il manifesto della personalità più intima di un grande poeta, un intellettuale così trasparente e vicino alla gente da sapersi fondere magicamente in essa».

Il Lucio raccontato da Iacchetti è un uomo che «parlava con tutti, non si stancava mai di stringere mani e fare fotografie assieme ai fan. E lo faceva in modo del tutto spontaneo. Si alimentava con le storie della gente comune, ed era un uomo limpido per davvero. Dava il suo numero di cellulare a tutti... Io gli dicevo: "Ma Lucio, sei pazzo? Quello non sai nemmeno chi è!"». Lui rispondeva: "Così se ha bisogno di parlare può telefonarmi". Un personaggio strepitoso, talmente semplice da riuscire a toccare la profondità d'animo di ogni cuore».

Quando ha saputo della sua morte, giovedì mattina, Iacchetti non ci voleva credere: «Pensavo fosse una bufala giornalistica. Poi la realtà mi ha sconvolto. Lucio è stato imprevedibile anche nel suo ultimo viaggio. E adesso brillerà per sempre come le sue amate stelle».

Iacchetti stringe il cellulare fra le dita, lo sblocca e mostra il display. «Ecco il suo ultimo sms, me l'ha scritto pochi giorni fa: "Ciao Enzino, hai guardato il cielo stasera? C'è una stella che ti assomiglia molto"» si legge.

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