L'antologica di Carlo Ceresa
Alla Gamec fino al 24 giugno

Venerdì 9 marzo è inaugurata alla Gamec dell'Accademia Carrara in via San Tomaso la mostra antologica dedicata al pittore carlo Ceresa. Si potrà visitare fino al 24 giugno dal martedì alla domenica dalle 10 alle 19, con il giovedì un'estensione 10-22.

Venerdì 9 marzo è inaugurata alla Gamec dell'Accademia Carrara in via San Tomaso la mostra antologica dedicata al pittore carlo Ceresa. Si potrà visitare fino al 24 giugno dal martedì alla domenica dalle 10 alle 19, con il giovedì un'estensione 10-22 (chiuso lunedì).

L'ingresso intero costa 9 euro, ridotto 6 euro, scuole 2,50 euro, famiglia 15 euro. Sono previste anche visite guidate e laboratori gratuiti per bambini e ragazzi (prenotazione tel. 035.218041). Info www.mostraceresa.it.

Una nuova grande mostra come quella che si apre, permette di entrare nel mondo di Ceresa. Ma chi era Ceresa? Risposte sul piano critico e culturale ne troveremo certamente negli studi che hanno preparato questa mostra.

Carlo Ceresa nacque nel 1609 a San Giovanni Bianco. Ebbe un'infanzia difficile, vissuta in condizioni di estrema povertà. Carlo coltivò fin dall'infanzia una grande passione per la pittura, che non fu però accompagnata da studi specifici. In un periodo in cui fiorivano accademie ed i ragazzi più inclini alle belle arti svolgevano apprendistato in botteghe di rinomati artisti, il Ceresa dovette farsi le ossa in modo autodidatta, proprio a causa della poco felice condizione economica familiare.

Verso i vent'anni cominciò ad eseguire i primi affreschi nelle chiese dei paesi limitrofi, riscuotendo notevole approvazione dai vari committenti. Solo allora cominciò a frequentare la bottega di Daniele Crespi, pittore milanese di undici anni più vecchio, al fine di apprenderne le tecniche della professione ed affinare le proprie abilità.

Col passare degli anni la grande mole di lavoro portò il Ceresa a trasferirsi nella città di Bergamo, precisamente nella parrocchia di S. Alessandro della Croce. Fu qui che morì all'inizio del 1679, lasciando una cospicua eredità.

© RIPRODUZIONE RISERVATA