La replica: «Il dipinto di Raffaello
non ha subito alcun danno»

La replica che smentisce categoricamente qualsiasi danno al dipinto è stata affidata a Luigi Ferrari, amministratore delegato della Cobe Direzionale Spa, che si occupa della valorizzazione del patrimonio della «Carrara» durante il periodo di chiusura del museo.

In merito all'osservazione del pittore Mario Donizetti circa «una rigonfiatura» che avrebbe notato in un'analisi ravvicinata del «San Sebastiano» di Raffaello all'Accademia Carrara, ieri nessun commento diretto dal museo né dal Comune.

La replica – che smentisce categoricamente qualsiasi danno al dipinto (le cui cause del resto, secondo quanto scriveva lo stesso Donizetti, «è probabile che restino sempre ignote», anche qualora esso fosse accertato) è stata affidata a Luigi Ferrari, amministratore delegato della Cobe Direzionale Spa, «società strumentale del Comune di Bergamo che, in forza di specifica convenzione con l'amministrazione comunale, si occupa della valorizzazione del patrimonio dell'Accademia Carrara» durante il periodo di chiusura del prestigioso museo.

Cobe – ricorda il suo ad – ha prodotto e co-prodotto numerose mostre in Italia e all'estero proprio «recependo gli indirizzi del Comune di Bergamo e del Consiglio dell'Accademia Carrara di Bergamo». Tra di esse – dice Ferrari – «la straordinaria mostra alla National Gallery di Canberra recentemente conclusasi, con conseguente rientro delle opere nei caveaux di società specializzata».

Di fronte al titolo in prima pagina «Danneggiato il Raffaello mandato in Australia», alle «due intere pagine della Cultura» dedicate alle osservazioni di Donizetti, la Cobe intende «innanzitutto smentire categoricamente la veridicità di quanto affermato nel titolo del lancio che induce a ritenere come vero e inequivocabile l'avvenuto danno all'opera, ancorché tale evidenza risulti poi solo formulata in forma dubitativa dal Donizetti nel cuore dell'intervista: "(...) ma mi sembra che ci sia una bolla da sollevamento del colore"».

Il San Sebastiano – assicura l'ad di Cobe – «è rientrato da Canberra regolarmente e per garantire il trasporto sono state impiegate misure precauzionali conformi ai migliori standard internazionali, idonee a preservare il capolavoro». Che – precisa – è stato «sempre accompagnato in viaggio da un restauratore accreditato e dal conservatore della Carrara, Giovanni Valagussa, che di persona ha controllato, in contraddittorio con i colleghi australiani, lo stato di conservazione dell'opera prima della partenza per l'Italia e poi all'arrivo, stilando e firmando il condition report attestante l'assenza di qualsivoglia danno al San Sebastiano, così come a tutte le altre opere prestate per la mostra in Australia».

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