Al via «Bergamoscienza»
Uno «zoom» sulla Medicina

Andrea Moltrasio, presidente del Consiglio direttivo dell'Associazione Bergamo- Scienza, presenta gli aspetti essenziali della decima edizione del Festival in programma dal 5 al 21 ottobre.

Tre premi Nobel della medicina, oltre duecento eventi, conferenze di livello internazionale, una giornata dedicata alla spazio: Andrea Moltrasio, presidente del Consiglio direttivo dell'Associazione Bergamo- Scienza, presenta gli aspetti essenziali della decima edizione del Festival in programma dal 5 al 21 ottobre.

Quale il significato del decennale di BergamoScienza?
«È un traguardo che consolida la realtà dalla quale eravamo partiti: e, quindi, è certamente un successo. Ormai non è più un festival, ma un evento. In questi anni abbiamo sviluppato a Bergamo un nuovo modo di pensare. E questo è innovativo. L'aver creato un evento multidisciplinare è un unicum, una delle caratteristiche essenziali di BergamoScienza ».

Cosa ha consentito il salto da manifestazione locale ad evento nazionale?
«Un mix di elementi: l'entusiasmo dei fondatori, la loro provenienza da mondi diversi, la capacità di creare contatti internazionali per portare a Bergamo persone di livello, la capacità di scienziati e ricercatori di fare rete. Anche l'organizzazione è migliorata negli anni; importante il dialogo con i media nazionali e locali. Ricordo che presidente onorario del Comitato scientifico è Rita Levi Montalcini, accanto al presidente Edoardo Boncinelli ».

Quali i caratteri essenziali della decima edizione?
«Come sempre vogliamo unire emozione e ragione. Ci sono iniziative specifiche, come lo "Space day" e conferenze di livello internazionale; saranno presenti tre premi Nobel della medicina: Bruce Beutler, Linda Buck, James Dewey Watson. E ci sarà anche Ian Wilmut, il papà della pecora Dolly. Proponiamo argomenti che attirino il grande pubblico, ma con un fondamento scientifico importante. Poi ci sono le mostre, gli spettacoli, i laboratori delle scuole: oltre duecento eventi in tutta la provincia, con più di duemila volontari ».

Quella con le scuole è una collaborazione cresciuta nel tempo.
«È uno degli aspetti essenziali del Festival. Fin dall'inizio si è cercato di parlare con le scuole: una realtà dove c'è sempre un po' di difficoltà nel far emergere la capacità progettuale infinita dei professori, mai valorizzata abbastanza; anche i ragazzi coinvolti ritrovano grande entusiasmo».

Quali le ricadute di questo modo di fare cultura?
«L'obiettivo è contribuire a formare una società più preparata: quando si è chiamati a delicate decisioni etiche e politiche serve una conoscenza profonda dei fatti. Per BergamoScienza è una questione di metodo: usare un linguaggio semplice e diretto, senza scadere nella banalità. Ed è anche questione di contenuto: parlare di scienza significa affrontare temi che per la cultura italiana non sono scontati».

Quali le difficoltà incontrate?
«Tante, in tutte le edizioni. All'inizio dovevamo proporre molto, oggi dobbiamo selezionare molto: le proposte sono tante e si può fare ciò che il budget consente. Altre volte ci sono problemi organizzativi, di spazi, di gestione degli eventi, ma credo siano sempre stati risolti bene».

E per il futuro?
«BergamoScienza è una sfida. C'è ancora molto da fare per migliorare il modo di vivere e avere una società più formata e informata. I dieci anni sono un giro di boa. Ora vogliamo regalare definitivamente questo grande valore alla città».

Come?

«È la sfida dei prossimi dieci anni. Dietro ai grandi sponsor ci sono tante aziende che hanno investito per la diffusione della cultura e dell'innovazione scientifica: un segno non facilmente ritrovabile in altri contesti italiani ed europei. Tra i nostri soci crescono i professionisti: segno di un'azione di squadra trasversale e non abituale nei confronti della cultura. Ci riempie di orgoglio e ci sentiamo responsabilizzati dalla partecipazione di massa agli eventi e di chi garantisce risorse. La nostra è una gestione attenta: si risponde a un bene comune. Niente panem et circenses, ma scienza».

Gianluigi Ravasio

Info: www.bergamoscienza.it

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