L'opera non andò in scena nel 1938
perché fu vietata delle leggi razziali

Sono oltre settecento i ragazzi, di Milano e Gerusalemme, che hanno lavorato, per due anni, alla realizzazione del progetto «La Serenata al Vento». L'opera, scritta dall'autore ebreo Aldo Finzi, non fu messa in scena a Milano nel 1938, come previsto, a causa delle leggi razziali fasciste e verrà proposta in prima assoluta a Bergamo, sabato 1° dicembre, al Teatro Donizetti.

Il merito è di due associazioni di volontariato che si occupano dell'inserimento di giovani in condizioni disagiate, la Galdus di Milano e la The Jerusalem Foundation. Grazie alla regia di Regione Lombardia, Accademia delle opere e delle associazioni coinvolte, i ragazzi hanno realizzato, attraverso alcuni laboratori, il materiale necessario: scenografia teatrale, costumi, gioielli, arredamento, video e fotografie, contribuendo a una sorta di riscatto storico per l'autore.

Il progetto è stato presentato mercoledì 14 novembre, a Milano, dall'assessore regionale alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà sociale Carolina Pellegrini, da Rossana Fodri (Galdus, coordinatrice del progetto), Diego Montrone (direttore artistico Accademia delle opere e presidente di Galdus) e Tamar Millo (The Jerusalem Foundation, responsabile del progetto).

LABORATORIO DI INTEGRAZIONE - «Un progetto di integrazione ed educazione in grado di far appassionare realmente i ragazzi - ha sottolineato Carolina Pellegrini - un'azione di ampio respiro, che realizza concretamente alcune deleghe del mio Assessorato, quelle alla Solidarietà sociale a all'Integrazione. Da questa idea diverse realtà sociali disagiate di Milano e Gerusalemme hanno potuto lavorare insieme, sia a Milano sia a Gerusalemme, in un laboratorio concreto di integrazione, che ha portato a risultati straordinari attraverso l'arte, la musica e il lavoro. In questo lasso di tempo è stato costruito un percorso fra diverse realtà multietniche, che compie un piccolo passo per arrivare all'integrazione, ancora molto lontana».

CONFRONTO REALE FRA IDENTITÀ - L'assessore Pellegrini ha spiegato come, anche oggi, occorra realizzare un percorso comune che porti all'integrazione. «Anche in questo momento storico - ha spiegato l'assessore - per preconcetti ideologici o per scelte sbagliate, l'integrazione è a rischio. Credo che il modello giusto debba essere basato su un confronto reale fra persone di identità diverse, che rimangono identità, poiché sanno chi sono e non hanno paura di dialogare con l'altro. Il vero tema sono l'incontro e la relazione interculturale, che non affossa l'altro, ma, al contrario, porta l'individuo a lavorare con l'altro per costruire qualcosa; credo infatti che i laboratori che hanno caratterizzato questo percorso vadano proprio in quella direzione, per evitare che succeda anche nel prossimo futuro la censura di un'opera di un autore ebreo».

LA STORIA DELL'OPERA - L'opera era stata composta nel 1931 da Aldo Finzi, che con questo lavoro vinse, nel 1937, il concorso indetto dalla Scala per un'opera nuova. Avrebbe dovuto essere eseguita nel 1938 ma, a causa delle leggi razziali, venne censurata. Nel 1945, prima di morire in clandestinità, l'autore espresse il desiderio di far eseguire la sua musica. A più di 80 anni di distanza dalla composizione dell'opera questo desiderio potrà essere esaudito in un teatro la cui struttura meglio si adatta all'opera, il Donizetti di Bergamo, nell'ambito del Bergamo Musica Festival.

LA TRAMA DELL'OPERA - «La Serenata al Vento» è una commedia di costume giocosa, che ruota attorno a una misteriosa serenata, che la voce di uno sconosciuto - dietro le quinte - canta nel cuore della notte. Dal canto notturno scaturisce tutta la comicità della trama: sono infatti tre i protagonisti che si attribuiscono la paternità della serenata che si presume rivolta alla bella Loly, ma a lei non è destinata e solo uno ne è l'autore, il furiere Pistola, figura di contorno: lo si saprà solo alla fine dell'opera. 

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