Fotografo d'arte, città perfetta
Esce il libro di Facchinetti Forlani

«La prima cosa che colpisce è ovviamente il vuoto, lo spazio privo di figure umane». Così lo scrittore e saggista Marco Belpoliti introduce il volume «Bergamo Città Bassa - Cosmografia di un luogo» di Luigi Facchinetti Forlani.

«La prima cosa che colpisce è ovviamente il vuoto, lo spazio privo di figure umane». Così lo scrittore e saggista Marco Belpoliti, docente presso l'Università degli Studi di Bergamo e collaboratore del nostro giornale, introduce il volume «Bergamo Città Bassa - Cosmografia di un luogo» di Luigi Facchinetti Forlani (Bolis Edizioni) disponibile nelle librerie dal 20 novembre.

«Ma quando sono state scattate queste foto? Al mattino, alla sera, all'alba, al tramonto? Bisognerebbe guardare le ombre per terra, sulle case, vicino agli alberi o lungo le strade, e si finirebbe per concludere che questa ora è una non-ora. Meglio: un'ora senza tempo».

Nel libro di facchinetti Forlani «il tempo è come eclissato, così che queste istantanee, lavorate finemente al computer, ricordano antiche incisioni, quelle di Piranesi in primis. Sono tavole mosse dalla luce e dal colore di un fotografo che è anche un architetto dello spazio urbano. Ma a differenza di quelle del veneziano qui non c'è la folla formicolante che attraversa le rovine romane, che abita le antiche strade, gli anfratti o i palazzi dalla vetusta gloria. Queste immagini ricordano anche le vie e i palazzi di Varsavia, Vienna, o Dresda, ritratti dal Bellotto, con la loro luce tersa, l'atmosfera pulita, la perfezione delle nuvole e l'intensità e chiarezza degli edifici, anche in queste tavole pittoriche viene descritta l'attività minuziosa di uomini e donne. Qui, a Bergamo, tra asfalti e acciottolati, tra muri e colonne, tra piazze alberate e attraversamenti pedonali, invece non c'è nessuno. Nessun uomo e nessuna donna, o bambino e bimba, nessun tratto di vita umana. La città è morta di persone, ed è viva di se stessa».

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