Arlecchino diventa un film
Da aprile le riprese con Pasotti

«Il film su Arlecchino sarà un veicolo straordinario per portare Bergamo e la Valle Brembana nel mondo». Parola dell'attore bergamasco Giorgio Pasotti che, dal prossimo aprile, inizierà come protagonista e regista le riprese di «Io, Arlecchino».

«Il film su Arlecchino sarà un veicolo straordinario per portare Bergamo e la Valle Brembana nel mondo». Parola dell'attore bergamasco Giorgio Pasotti che, dal prossimo aprile, inizierà come protagonista e regista le riprese di «Io, Arlecchino», «il primo film in assoluto sulla nostra maschera, conosciuta in ogni angolo del pianeta», dice.

E quale terra, se non la Valle Brembana e Bergamo, patria di Arlecchino, poteva diventare lo sfondo delle sue vicende contemporanee? Si girerà a Oneta di San Giovanni Bianco (dove si trova l'edificio-museo conosciuto come «Casa di Alrecchino»), nel vicino borgo del Cornello dei Tasso, quindi a San Pellegrino. E poi in Città Alta a Bergamo, nella basilica di Alzano e a Venezia.

«Arlecchino è un marchio conosciuto in tutto il mondo, perdipiù gratuito, ma è figlio di questa valle - spiega ancora Pasotti che, nel film, interpreterà la maschera ereditandola dal padre, Ferruccio Soleri, oggi l'Arlecchino più conosciuto -. Ci appartiene e dovremmo esserne assolutamente fieri. Per questo voglio un film con una forte matrice territoriale, appoggiato dai nostri imprenditori e da tutti coloro che hanno un forte senso di appartenenza. Per me sarebbe stato più facile girare il tutto a Roma. Ma sicuramente non così stupendo come legarlo alla mia terra, la terra di Arlecchino».

Sceneggiatura e luoghi sono ormai definiti. E il budget per iniziare c'è. Ma, come in ogni film che si rispetti, più ci sono fondi a disposizione e più la qualità del prodotto finale ne guadagna. Ecco perché, da alcuni imprenditori locali, già sponsor, arriva l'appello per unire le forze in una cordata che coinvolga più realtà possibili della valle e naturalmente oltre, anche piccole.

Quali le opportunità? Spiegano Nicola Salvi, Elisabetta Sola e Marco Daminelli di Officina della Comunicazione di Bergamo, produttore del film e quindi primo investitore: «Innanzitutto quella di diventare azionisti, guadagnando se il film andrà bene e, comunque, usufruendo subito della Tax credit, con un ritorno del 40% su quanto investito. E poi la possibilità data dal cosiddetto product placement, l'inserimento nella narrazione di prodotti o valori delle imprese sponsor, una sorta di pubblicità indiretta».

«Ma le aziende saranno coinvolte già in fase di produzione, durante le riprese - proseguono i produttori - e nella successiva promozione. Questo film vuole essere anche un "caso": per la prima volta una terra crede in un suo personaggio e dalle sue forze nasce il prodotto artistico finale. Forse lo racconteremo anche in scena». «Questa è un'occasione unica per la valle, per Bergamo ma anche per noi, dobbiamo unire le forze», hanno detto gli imprenditori che hanno incontrato recentemente la produzione e Pasotti.

Da un film su Arlecchino un contributo al rilancio turistico? Ne è convintissimo Pasotti, 39 anni, alle spalle già una carriera di successo, con 18 film e 13 partecipazioni televisive e un sacco di premi. «Rocco Papaleo due anni fa ha ambientato nella sua terra d'origine, "Basilicata coast to coast" - ricorda -. Da allora il turismo è esploso. Tutti a vedere i luoghi del film. Succederà anche per Arlecchino, ne sono certo».

Giovanni Ghisalberti

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