Bozzetto festeggia i 75 anni
Nel weekend è a Cartoomics

Bruno Bozzetto ha 75 anni ma è giovane, giovanissimo, praticamente un «nativo digitale», anche se nel suo segno inconfondibile c'è tutta la ricchezza della migliore tradizione del cartoon disegnato a mano.

Bruno Bozzetto ha 75 anni ma è giovane, giovanissimo, praticamente un «nativo digitale», anche se nel suo segno inconfondibile c'è tutta la ricchezza della migliore tradizione del cartoon disegnato a mano. Ha un bel dire che questo «è un compleanno pesante» e proprio per alleggerirlo ha accettato di buon grado l'invito di Cartoomics Week (un «fuori-salone» che anticipa Cartoomics, in Fiera Milano a Rho dal 15 al 17 marzo) a festeggiarlo con i suoi fan e gli amici allo Wow Spazio Fumetto, al Museo del Fumetto di Milano.

Giovedì 14 marzo c'è stata una serata speciale, un omaggio: «Buon compleanno maestro!». Il cartoonist bergamasco ha raccontato i suoi mitici «corti», e ripercorso i momenti più importanti della sua carriera. «Quattro chiacchiere tra amici» minimizza lui, che guarda al passato con disincanto e ironia.

Ma è sempre al passo coi tempi, come dimostra il suo frequentatissimo canale su Youtube: «Su Internet sono arrivato per puro caso molti anni fa, nel '99, quando ho fatto "Europa-Italia". L'ho messo in rete e me l'hanno rubato in diecimila. Si è diffuso in tutto il mondo con la velocità del lampo e l'hanno visto milioni di persone. Così ho capito al volo le potenzialità di questo mezzo. Non si guadagna nulla ma è un veicolo straordinario, che non pone barriere tra autore e pubblico».

Da un lato è un'opportunità eccezionale, ma con dei rischi: «Non si può continuare così, senza una regolamentazione seria e senza nessuna remunerazione per gli autori. È fantastico quello che si può fare grazie a internet e a Youtube, è bellissimo poter raggiungere persone ai quattro angoli della terra, ma senza un riconoscimento del diritto d'autore prima o poi si fermerà tutto, perché gli artisti non riusciranno più a sopravvivere».

«Se io spendo, per dire, trentamila euro per realizzare un cartone animato e poi non posso contare nemmeno sul rientro di queste spese, è improbabile che in seguito possa elaborarne un altro. E i giovani cosa faranno? È un problema che vale per tutto il mondo della cultura e dell'informazione: musicisti, registi, scrittori, giornalisti».

Un altro aspetto interessante della rete è che la gente reagisce subito: «Così si riesce a sentire sempre il polso della situazione, anche se il pubblico sta diventando da barzelletta. Chiede filmati che durino poco, brillanti, originali, fulminanti. È difficile e rischioso riuscire a proporre qualcosa di più serio e più lungo. Nel mio canale ho pubblicato filmati a cui tengo molto, e spesso li vedo "scavalcati" nel gradimento da vere e proprie stupidaggini. Così non si forma un gusto per l'arte e per la bellezza».

Tra i corti più visti c'è il più recente lavoro di Bozzetto, «Rapsodeus», che, pubblicato un mese fa, ha raccolto dodicimila visualizzazioni. «È un film sulla guerra - racconta Bozzetto - che ho ultimato da poco. C'è una luce che gli uomini inseguono, e per raggiungerla si scatenano lotte senza quartiere, veri e propri massacri. È una frenetica e inutile corsa per raggiungere il nulla. È un corto a cui tengo molto, realizzato in modo ricco anche grazie al contributo prezioso di mio figlio Fabio che si è occupato delle scenografie, della post-produzione e degli effetti speciali».

In una rassegna dedicata a Bozzetto non può mancare il signor Rossi, quel signore un po' tarchiato coi baffi che riassume vizi, virtù e abitudini dell'italiano medio: «È un personaggio a cui sono affezionato – racconta –: proietterò uno dei primi corti, "Il signor Rossi compra l'automobile"». Vivacissimo e graffiante, realizzato nel 1966. E poi «Una vita in scatola» del 1967: «È uno dei miei preferiti» osserva Bozzetto, ed è ancora attualissimo. Racconta la storia di un uomo che non riesce a evitare gli obblighi di una vita standardizzata, senza spazio per tornare alla natura.

L'accento sull'insensatezza della guerra e della violenza torna anche in «Cavallette», sempre con la capacità di unire l'impegno a un linguaggio lieve e divertente: «Con quello ho conquistato la nomination all'Oscar nel 1991, un'emozione». La carriera del cartoonist è lunga, la selezione difficile: «Persino io faccio fatica» commenta. Per quanto si dichiari «in pensione» Bozzetto accompagna l'attività dello studio Bozzetto & Co, gestito da suo figlio Andrea e da Pietro Pinetti, ora impegnato nella realizzazione dei cartoon di «Topotip» per la Rai: «Un progetto importante, in cui io però non c'entro. Adesso cerco di divertirmi, di fare qualcosa per gli altri, di offrire la mia esperienza ai giovani. Certo, non so resistere a una bella idea».

Sabrina Penteriani

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