«C'era una volta il cinema»
Santini racconta Leone a Nembro

Come regista non è stato tra i più prolifici: oltre alla «trilogia del dollaro», ha diretto «C'era una volta il west», «Giù la testa» e «C'era una volta in America». Ma Sergio Leone ha cambiato il modo di fare cinema.

Come regista non è stato sicuramente tra i più prolifici: oltre alla «trilogia del dollaro», ha diretto «C'era una volta il west», «Giù la testa» e «C'era una volta in America», anche se nel suo curriculum c'è una lista lunga così di direzione della seconda unità o di collaborazioni non accreditate.

Ma con il suo pugno di film - come il pugno di dollari di una sua celebre pellicola - Sergio Leone (1929-1989) ha veramente cambiato il modo di fare un certo tipo di cinema. Oggetto di un vero e proprio culto da parte di cinefili e di studiosi soprattutto all'estero, il suo cinema continua ad essere studiato e amato.

Tra i maggiori conoscitori dell'opera dell'autore di «C'era una volta in America», suo amico personale, giornalista professionista e suo cultore, il giornalista Fabio Santini presenta, sabato sera 23 marzo al Teatro San Filippo Neri di Nembro (ore 20,45), lo spettacolo «C'era una volta il cinema», da lui scritto e diretto e interpretato. Una rivisitazione delle opere del grande regista attraverso ricordi e proiezioni.

Come ha conosciuto Sergio Leone?
«A Roma durante le riprese di "C'era una volta il west". Ero un ragazzino e, tramite un mio compagno di liceo che aveva un parente che lavorava a Cinecittà, riuscii a entrare e a incontrare Sergio Leone, che fu gentilissimo e si comportò con noi come un padre. Quando sono diventato giornalista, ho continuato a incontrarlo, ho conosciuto la sua squadra».

Lei è considerato uno tra i suoi maggiori studiosi al mondo…
«Così almeno mi ha presentato qualche anno fa Clint Eastwood; tra i maggiori studiosi dell'opera di Leone c'è anche sicuramente il professor Christopher Frayling, che insegna Cultural History al Royal Colege of Art di Londra, di cui è anche rettore, e ha scritto una monumentale biografia intitolata "Danzando con la morte" (Il Castoro Editore), che oltre a essere un grande appassionato di Leone è anche un grande studioso del cinema italiano. Mentre in America c'è per Leone proprio un'adorazione».

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