Ostensione della Sindone in tv
C'è un videomessaggio del Papa

Ci sarà anche un videomessaggio di Papa Francesco (registrato martedì) durante l'ostensione televisiva della Sindone in programma dalla Cattedrale di Torino, Sabato Santo 30 marzo, a partire dalle 18, nel programma «A sua immagine» trasmesso da RaiUno.

Ci sarà anche un videomessaggio di Papa Francesco (registrato martedì) durante l'ostensione televisiva della Sindone in programma dalla Cattedrale di Torino, Sabato Santo 30 marzo, a partire dalle 18, nel programma «A sua immagine» trasmesso da RaiUno.

«Un evento di forte impatto mediatico mondiale» ha sottolineato l'arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, in una conferenza stampa. La Sindone richiama la passione, morte e sepoltura di Gesù, e quindi al Venerdì Santo, giorno in cui la Chiesa ricorda e celebra la passione del Signore. Il Sabato Santo è giorno di silenzio, meditazione e preghiera sulla morte del Signore, ma è anche giorno di attesa della luce della risurrezione che esplode nella grande veglia pasquale e nella domenica di risurrezione.

Di questo duplice mistero la Sindone è testimone. Essa riporta al buio del sepolcro ma apre anche la via per accogliere la luce che da esso scaturisce nell'evento della risurrezione. La Sindone non è segno di sconfitta ma di vittoria della vita sulla morte, dell'amore sull'odio e la violenza, della speranza sulla disperazione.

Questa è la grandezza del Telo. Quel volto dell'Uomo dei dolori che è poi il volto di ogni uomo sulla terra e le sue sofferenze, la sua morte, parlano di amore e dono, di grazia e perdono. Tutto nella Sindone parla di dolore e di speranza. Chi sa contemplarla con fede riceve forza e vigore per vincere ogni male e difficoltà: il sangue che si vede chiaramente sul Telo è portatore non di morte ma di vita perché è attraverso quel sangue di Cristo tutti ricevono una vita piena e definitiva.

«La Sindone, icona del Sabato Santo, non ci rivela solo il soffrire di Cristo, ma anche la sua fede nell'amore potente del Padre che lo fa risorgere da morte» scrive l'arcivescovo nel messaggio pasquale ai torinesi, ove ribadisce il contesto particolare in cui l'ostensione avviene: nel Duomo di Torino ci saranno 300 «tra malati e sofferenti, disabili e persone in difficoltà, che portano nel proprio corpo i segni della passione del Signore, ma la vivono con fede e abbandono alla sua volontà, offrendo come Gesù sulla croce il proprio sacrificio nella testimonianza dell'amore che si dona».

In questa luce la Sindone rivela «non solo il buio del sepolcro, ma anche la luce della risurrezione; non solo la disperazione di chi si sente solo con il proprio dramma, ma anche la fiducia e la speranza di vittoria che Dio assicura a chiunque si fida di lui e della potenza della Pasqua del suo Figlio Gesù».

Se Cristo ha vinto la morte - prosegue l'arcivescovo - «allora è possibile tornare ad amare, è possibile perdonare, fare della vita un dono di preghiera e di amore a Dio rinunciando ai beni terreni, alla propria realizzazione personale, agli affetti più cari e scegliere la vocazione al sacerdozio o alla vita consacrata per sempre», è possibile credere nel matrimonio.

Ed è possibile, «rinunciando alla tentazione del disimpegno, lottare contro ogni forma di ingiustizia nel mondo del lavoro, mettendo al primo posto le persone, invece del profitto e del consumismo sfrenato; è possibile operare per un mondo di pace, e tutelare la vita di ogni persona». Mons. Nosiglia si sofferma sull'inizio del ministero petrino di Papa Francesco: «La sua elezione è come un raggio di sole, che ha squarciato le tenebre della sfiducia e dell'abbattimento di molti cuori».

Al centro degli insegnamenti di Papa Francesco «c'è la necessità di professare la nostra fede in Gesù Cristo, accogliendone la croce quale fonte di salvezza e di amore che dona se stesso, soprattutto per le persone più povere, sole e malate, e rimanendo custodi del Creato e di ogni uomo, custodi con la tenerezza e bontà che vince ogni diversità, crea comunione e spirito di umile accoglienza».

L'ostensione della Sindone sarà soltanto televisiva, e non si tratta di un pellegrinaggio alla Sindone come furono le ostensioni popolari del 1978, del 1998 e del 2000. Non è previsto alcun accesso alla Cattedrale se non per un gruppo ristretto di ammalati con i loro accompagnatori, e di giovani che hanno iniziato il cammino del Sinodo. Lo scopo è offrire ai telespettatori di tutto il mondo le immagini della Sindone nel contesto di preghiera del Sabato Santo, come occasione di riflessione sulla sofferenza e la morte del Cristo, e sul dolore nel mondo.

Pier Giuseppe Accornero

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