E' morto lo scrittore Castellaneta
Omaggiò Bergamo vista dal cielo

Carlo Castellaneta è morto a Palmanova (Udine) all'età di 83 anni. Milanese, viveva in Friuli da una decina d'anni. Scrittore di narrativa e giornalista, ha legato il suo nome alla città di Milano. Ma di lui si ricordano anche le partecipazioni a eventi a Bergamo.

Carlo Castellaneta è morto a Palmanova (Udine) all'età di 83 anni. Milanese, viveva in Friuli da una decina d'anni. Scrittore di narrativa e giornalista, ha legato il suo nome alla città di Milano. Ma di lui si ricordano anche le partecipazioni a numerosi eventi culturali, come la Fiera del libro, a Bergamo.

Di lui rimangono anche alcuni scritti confluiti nel volume "Bergamo dal cielo" (Grafica e Arte Bergamo) curato da Renato Ravanelli e Piero Orlandi.

Proprio Ravanelli ha scritto: "Rimase a bocca aperta lo scrittore Castellaneta quel giorno – eravamo a metà degli anni Ottanta – in cui fu portato in volo sulla città da un pilota dell'Aeroclub».

«Dire che Bergamo è bella - sottolinea lo scrittore nella prefazione del volume edito nel 1985 - è affermare cosa ovvia. Ma perché Bergamo è altrettanto bella vista dal cielo? Perché, si potrebbe rispondere, essa è città a misura d'uomo (...). Molte visioni poi sono autentiche scoperte. Come il panorama del colle della Maresana, una groppa verde conservata intatta nella sua selvatichezza. O il Canto Alto, che ancor oggi si raggiunge a piedi. O certe ville di privati, nascoste sui colli, violate dal cielo. In ogni caso sorprende la quantità del verde che Bergamo può vantare e che spesso noi, da umili bipedi, non riusciamo neppure a immaginare perché è un verde che sboccia nei chiostri o sugli spalti delle Mura in punti inaccessibili; o a volte fra una costruzione e l'altra, quasi fosse spuntato dalle pietre, come ad esempio fra le case-torri in piazza Mercato del Fieno. Adesso capisco di cosa è fatto lo spessore di silenzio che avvolge la Cittadella e che fa risuonare il passo del viandante o permette di distinguere il canto degli usignoli: è questa invisibile presenza di alberi e orti, d'erba e fogliame che ramifica dai sassi. Non avevo mai pensato a Bergamo come a una oasi arcadica».

© RIPRODUZIONE RISERVATA