La mostra su Palma il Vecchio
una carta da giocare per il rilancio

Palma il Vecchio, complice una fama immediata e solida, almeno fino alla metà dell'800, è un pittore amato in tutta Europa da secoli. Giovanni Carlo Federico Villa, organizzatore della mostra per conto di Università degli Studi e della Fondazione Credito Bergamasco, sta contattando mezza Europa.

Palma il Vecchio, complice una fama immediata e solida, almeno fino alla metà dell'800, è un pittore amato in tutta Europa da secoli. Giovanni Carlo Federico Villa, organizzatore della mostra per conto di Università degli Studi e della Fondazione Credito Bergamasco, sta contattando mezza Europa, da Londra a Madrid, da Vienna a Berlino, Dresda, Budapest, oltre naturalmente a Venezia, Milano, Firenze, Genova, Roma, Napoli: un ventaglio molto ampio di musei che dovrebbero prestare opere importanti, molte delle quali mai esposte in Italia.

In particolare, dovremmo poter vedere a Bergamo, ad esempio, dipinti come la Burrasca infernale delle Gallerie dell'Accademia di Venezia, le Ninfe al bagno di Vienna, Cristo e l'adultera dell'Ermitage di SanPietroburgo. Il problema principale da risolvere è quello della sede espositiva principale. In tempi di lungo (e dannoso)letargo dell'Accademia Carrara, la mostra su Palma il Vecchio sarebbe l'occasione per lanciare l'ex chiesa di Sant'Agostino, ristrutturata, come uno dei poli dell'attività culturale urbana, sotto l'ala dell'Università retrostante.

I lavori per il «nuovo Sant'Agostino» partiranno a inizio 2014 e si spera siano terminati nell'aprile del '15: la mostra potrebbe quindi inaugurarsi tra giugno e luglio e durerebbe cento giorni, coprendo bene il periodo estivo. Il balzo sui bastioni sarebbe un ulteriore passo che asseconda quella tendenza a far salire verso Città alta il mondo dell'arte bergamasca, che negli anni '90 si era disegnato lungo via sanTomaso. Un punto qualificante della mostra saranno anche i percorsi sul territorio provinciale, un po' come si fece per il Lotto nel 1998 e per il Ceresa l'anno scorso. ma con una più spiccata propensione al «pacchetto turistico» e agli aspetti ludico-tegnologici (ed enogastronomici) del Gran tour bergamasco.

Per preparare questa importante mostra c'è un anno e mezzo di tempo. Nel progetto sono previsti anche contatti con i tour operator internazionali per fare di Bergamo una meta richiesta nel 2015: un'operazione di immagine che può ricordare un po' quella realizzata magistralmente da Torino in occasione delle Olimpiadi invernali del 2006. Anche Bergamo, come Torino, è una città solida sotto il profilo industriale e culturale, ma manca di un'immagine forte all'estero e persino in Italia. È un po' una «capitale dimenticata» della nostra cultura che nel 2015 cercherà, anche in questo modo, il rilancio.

L'Expo e la mostra di Palma il Vecchio dovrebbero diventare un biglietto da visita raffinato in grado di rlianciare la nostra immagine soprattutto a Nord (non dimentichiamo che nei mesi precedenti, a cavallo tra '14 e '15 Londra ospiterà una grande mostra sul nostro Moroni, con consistenti prestiti bergamaschi). Target di pubblico per Palma il Vecchio, 200 mila visitatori: un po' ambizioso ma non irraggiungibile, se si riuscirà a intercettare l'onda lunga dell'Expo e delle sue gitarelle fuori porta.

Carlo Dignola

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