Poesia dialettale con il Ducato di Piazza Pontida

Poesia dialettale con il Ducato di Piazza PontidaCome coltivare la passione per la cultura locale senza scadere nel localismo, come vantare la propria specificità linguistica senza temere il confronto con le altre numerosissime ricchezze linguistiche del nostro paese: è forse questa la lezione più significativa che ci viene dalle due iniziative che il Ducato di Piazza Pontida organizza ormai da qualche anno nella nostra città.

In autunno, con scadenza biennale, il Ducato si attiva nell’organizzazione del Premio nazionale di Poesia italiana in lingua dialettale - giunto nel 2002 alla sua seconda edizione (i vincitori furono Elena Gamba Aimi per la sezione in bergamasco, e Nino De Vita e Emilio Rentocchini per gli altri dialetti) - mentre in primavera arriva puntuale l’appuntamento con la Rassegna della poesia in dialetto.

Centro motore dell’ideazione e del coordinamento delle due iniziative, volute fortemente dal Duca Liber Prim, Bruno Agazzi, è, come sempre, Gabrio Vitali, professore di lettere al Liceo Artistico di via Tasso, impegnato da anni sul versante della critica letteraria e nella promozione di iniziative culturali.

Con la 4a edizione della Rassegna di poesia in dialetto che si aprirà il prossimo 4 marzo, il Ducato continua così la serie positiva di iniziative che lo vedono impegnato nella costituzione di una sorta di «archivio» del patrimonio linguistico locale e nazionale. Come è consuetudine nella intelligente formula dell’iniziativa, i poeti in dialetto bergamasco si alterneranno anche quest’anno a poeti di altre regioni d’Italia.

Il primo incontro (4 marzo) è con il poeta e studioso bergamasco Umberto Zanetti, ben noto ai cultori della materia per le sue competenze critiche e per i suoi componimenti raffinati, in cui la lingua bergamasca canta, con toni nostalgici e malinconici, l’amore per il dialetto e la cultura locale. Per l’occasione verranno eseguite quattro ariette da camera, musicate da Amleto Mazzoleni, su testi dello stesso Zanetti. Sarà questa un’occasione preziosa per convincersi delle potenzialità «colte» del dialetto bergamasco, di come esso possa diventare uno strumento adatto a esprimere anche i toni «alti» e non solo quelli popolari dell’esperienza umana e letteraria.

Il secondo incontro (12 marzo) è con la poesia nel dialetto di Cassano Magnago di Edoardo Zuccato, poeta di una «lingua di periferia e di confine» ha scritto di lui Franco Loi, «siamo tra Milano, la Brianza, il Varesotto».

Con questa «lingua minoritaria, incolta, trascurata dalle grandi tradizioni», Zuccato racconta «l’indicibilità del reale» usando tuttavia una lingua a stretto contatto con la realtà, «una poesia concreta, gremita di nomi e di oggetti».

Per il terzo incontro (18 marzo) ci si sposta idealmente a Biella, con la poesia di Tavo Burat, grande cultore della sua lingua, che utilizza con passione e competenza il dialetto; poi toccherà, per il quarto appuntamento (25 marzo), alla poesia nel dialetto di Trieste di Claudio Grisancich, poeta di notevole spessore, capace di passare dalle modulazioni ironiche ai toni più sinceramente drammatici.

L’ultimo incontro è previsto il 1° aprile con Gavino Maieli e la sua poesia nel dialetto del Logudoro, una regione della Sardegna in cui si è conservata una lingua contraddistinta da marcati arcaismi, con un vocalismo, ad esempio, molto vicino a quello latino. Quest’ultimo incontro, organizzato dal Ducato in collaborazione con il Circolo Culturale Sardo S’Aligusta, sarà moderato da Tonino Mulas, presidente della Fasi (Federazione Associazioni sarde in Italia).

Tutti gli incontri, accompagnati dagli intermezzi degli allievi dell’Istituto Musicale Gaetano Donizetti, inizieranno alle ore 17 e si terranno nella Sala conferenze del Teatro Donizetti.

(03/03/2003)

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