Le case e i volti della Val Imagna
nelle immagini di Pepi Merisio

La valle Imagna del fotografo Pepi Merisio in un nuovo libro a cura del centro Studi Valle Imagna. La pubblicazione è stata presentata venerdì 19 giugno alle 18 nella sala Traini del Credito Bergamasco, in via san Francesco d'Assisi, 8. Molte delle immagini sono note, altre compaiono per la prima volta, ma la caratteristica principale di questo volume, che lo rende veramente unico, sta nel fatto che per la prima volta le fotografie scattate da Merisio in Valle Imagna tra gli anni '50 e '60 vengono raccolte e presentate in un'unica opera.

Le case dell'Imagna: la Cà, segno forte nel territorio, un tratto inconfondibile nel quale il montanaro condensava sforzi e fatiche. La Cà, per proteggersi dalle intemperie, per sentirsi sicuro, per viverci con la famiglia e aspettando con ansia che il primogenito, il «bocia», gli desse un nipote nel quale identificare la sua speranza nel futuro. La Cà, dove riporre le proprie modeste robe e conservare la memoria.

Alcune di queste case sono da considerare monumenti, come la Cà Regorda di cui Merisio offre una immagine che non è facile dimenticare. Tra i testi che accompagnano il nuovo libro di Merisio c'è anche quello di un noto architetto, Cesare Rota Nodari. Anche per Rota Nodari la Valle Imagna è un «luogo dell'anima», dove si sofferma, a partire da Arnosto, esempio di un recupero purtroppo non rispettoso delle strutture originali, sui criteri costruttivi ai quali ricorrevano i valligiani. Giorgio Locatelli, presidente del Centro Studi Valle Imagna, è autore dell'introduzione: «Ogni pagina - scrive - offre un'infinità di punti di riflessione, poiché ciascuna fotografia è il preludio di una storia, l'indice nascosto di molti altri argomenti, che si rivela una ricchezza di fonti per coloro che sanno cogliere l'anima delle varie situazioni così mirabilmente e intimamente indagate».

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