In città per il Capodanno del ciclismo
In dono si portò via una «Bianchi»

Mike Bongiorno avrebbe dovuto essere al «Capodanno del Ciclismo Bergamasco» già nel 2004. Nonostante i suoi molteplici impegni non era stato difficile trovare un accordo, lo stimolava oltretutto il fatto che l’iniziativa fosse patrocinata da «L’Eco di Bergamo», quotidiano che apprezzava e che aveva conosciuto grazie all’amicizia con l’imprenditore Duilio Tassetti, per cui a Bergamo era di casa.

Un personaggio del suo spessore era particolarmente atteso al «Capodanno del Ciclismo», ma proprio il giorno dell’incontro con gli sportivi bergamaschi,appassionati di ciclismo, un improvviso impegno lo avevano costretto negli Stati Uniti. Il contrattempo non venne comunicato dalla segreteria: lo stesso Mike si premurò di farci pervenire uno scritto, scusandosi e nello stesso tempo confermando la presenza l’anno successivo: a Bergamo voleva esserci. Così è stato.

La presenza di Mike, attraverso i suoi aneddoti legati al ciclismo (ne aveva, ne aveva...) ha determinato grande successo. Rimane da sottolienare che al Centro Congressi, suggestivo luogo d’incontro, è giunto accompagnato dall’autista e se n’è tornato a Milano portandosi via la bicicletta di cui la Bianchi, attraverso l’allora responsabile del marketing Stefano Viganò, l’aveva gratificato. Che fosse legato a Bergamo, ai bergamaschi, lo confermò fermandosi a cena rilasciando autografi, parlando di radio, di televisione, della sua straordinaria carriera.

Rimane da sottolineare un altro dettaglio che rende senz’altro onore al personaggio: la sua ambita presenza al «Capodanno del Ciclismo» ha voluto essere per Mike un incontro tra amici di uno sport che l’aveva visto negli anni ’70 «uomo immagine» della Dreher, al seguito del Giro d’Italia. A Bergamo, dunque, per riconoscenza e amicizia, senza nessunissimo compenso se non la bicicletta. Come si conviene a un campione del suo rango.
Renato Fossani

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