A Palazzo Frizzoni una mostra
sulla caduta del muro di Berlino

Dal 5 al 14 novembre Palazzo Frizzoni ospita la mostra «Il futuro oltre il muro - Ricordi e testimonianze inedite a vent'anni dalla caduta del muro di Berlino», organizzata dal Comune con il Consolato generale della Repubblica Federale di Germania a Milano, allestita dall’associazione Arcobaleno Vicentino onlus. L'ingresso è libero negli orari di apertura del palazzo comunale. In mostra fotografie, libri, giornali, ma anche macchinine d'epoca, raccolte in tutta Europa.

«Il Muro di Berlino si scrive con la M maiuscola - spiegano gli organizzatori - perchè è diventato nell’accezione comune il muro per antonomasia. Troppo grandi sono state infatti le paure, le sofferenze, i dolori e infine l’inaspettata gioia di una generazione, quella dei nostri padri, che a qualsiasi latitudine ha visto, sentito, e avvertito la presenza del Muro come un evento inaudito, capace di segnare per sempre la propria esistenza.

La Mostra vuole allora cercare di capire come sia stato possibile che in Europa per più di quarant’anni siano sopravvissuti sistemi politici così sbagliati da permettere che il sopruso, la menzogna e la violenza costituissero comuni strumenti di potere. Con la storia del Muro si legge in filigrana la storia recente dell’Europa e con la sua caduta si comprende l’inizio dell’era della globalizzazione, alla quale attualmente tutti noi apparteniamo.

La storia, contrariamente all’interpretazione di molti politologi, non ha scritto la parola fine nell’89. Benché viviamo in una società in cui ci terrorizzi il deserto di valori condivisi e l’indifferenza verso ogni regola morale, è necessario lavorare per trasferire serenità al futuro e la costruzione di un’Europa unita è la più straordinaria risposta programmatica ai dubbi e alle incertezze dell’attuale difficile situazione economica e sociale.

La Caduta del Muro di Berlino ha provocato tante speranze, alcune si sono rivelate ancora illusioni (dall’unità delle Chiese cristiane alla riduzione sostanziale degli ordigni atomici, ...). Non dobbiamo perdere una sana ambizione positiva che ci faccia essere (ieri realisti nel tempo delle ideologie) oggi idealisti nell’era della mediocrità. Se è vero, secondo le parole di Willy Brandt, che dopo l’89 ‘nulla sarà più come prima’, non c’è nell’attuale crisi tenebra che debba oscurare la luce del sogno europeo.

Se possiamo assumere il muro come metafora della modernità, dobbiamo allora chiederci quali sono i muri che anche oggi dobbiamo abbattere, raccogliendo la sfida lanciata l’anno scorso da Barack Obama proprio a Berlino: ‘E’ arrivato il momento di costruire nuovi ponti in tutto il mondo’»

«Celebrare il ventesimo anniversario della caduta delle cortine di ferro - spiega Carlo Corazza, direttore della rappresentanza a Milano della Commissione europea - offre a tutti noi l'occasione di riflettere sugli storici avvenimenti che hanno portato alla riunificazione pacifica del continente. Con l'adesione dei Paesi dell'Europa centrale e orientale del 2004/2007 l'Unione europea ha messo la parola fine alle divisioni e ai traumi della Seconda Guerra mondiale e alla Guerra fredda.

Oggi i 27 Stati membri dell'Unione europea cooperano nella condivisione dei valori comuni di democrazia e dei diritti fondamentali. Una conquista che pericolosamente a volte diamo per scontata. Il Continente europeo finalmente riunito si arricchisce della storia, della cultura e delle identità di ognuno per costruire un mondo più sicuro e più giusto. Come ha detto Jean Monnet, l'Europa non coalizza degli Stati, unisce le persone».

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