A 4o anni dalla sua scoperta
l’Eudimorphodon vola a New York

Il Museo di Scienze Caffi festeggia i 40 anni dalla scoperta del primo pterosauro triassico. Prezioso gioiello, l’Eudimorphodon vola ora a New York in una copia realizzata dal Laboratorio di Paleontologia dello stesso Caffi

Il Museo di Scienze Caffi festeggia i 40 anni dalla scoperta del primo pterosauro triassico. Prezioso gioiello, l’Eudimorphodon vola ora a New York in una copia realizzata dal Laboratorio di Paleontologia dello stesso Caffi, grazie al lavoro di Matteo Malzanni, con la collaborazione di Elena Pelizzoli e Federico Confortini.

La preziosa fragilità del reperto non ha consentito di produrne un semplice calco. Di qui la scelta quasi obbligata di predisporne una copia in 3 D. Copia possibile grazie all’apporto di sponsor come Partec srl di Parre e Agiotech srl di Bologna, e ancora grazie alla collaborazione di Confindustria Bergamo.

I dettagli dell’operazione sono stati illustrati in una conferenza stampa da Claudia Sartirani, assessore alla Cultura e Spettacolo del Comune di Bergamo, Anna Paganoni, direttore dell’Istituto di Geologia e Paleontologia del Museo di Scienze Naturali “E. Caffi”;da Rupert Wild, Museo Nazionale di Stoccarda, Baden Wüttenberg , da Ernesto Marchesi, amministratore delegato di Partec srl e Antonio Giogoli, presidente di Agiotech srl.

L’eudimorpdon ranzii è un rettile volante vissuto nel Triassico superiore, circa 220 milioni di anni fa. Il suo nome che deriva del greco “con denti veramente di due forme” fa riferimento alla dentatura che caratterizzava questo pterosauro. L’olotipo, cioè l’esemplare su cui è stata istituita la specie, scoperto a Cene durante le ricerche del Museo nel 1973 e descritto per la prima volta da Rocco Zambelli, è esposto al Museo di Scienze di Bergamo nella sala “Bergamo … 220 milioni di anni fa”.

È un esemplare perfettamente conservato che per importanza scientifica e valore estetico può essere considerato il simbolo della fauna triassica bergamasca ed un importante tassello per gli studi evoluzionistici a scala mondiale. La dentatura di questo animale era costituita da 114 robusti denti di due forme diverse: conici gli anteriori, piccoli e policuspidati i posteriori. Questo indizio prova una dieta carnivora di Eudimorphodon, confermata dagli studi specialistici che hanno permesso di individuare nell’esemplare resti di pasto “fossile” costituiti da squame di pesce.

Questo pterosauro, a differenza dei suoi simili comparsi milioni di anni dopo sulla Terra, non aveva dimensioni da Guinness: la sua corporatura era molto simile a quella degli attuali gabbiani con un’apertura alare inferiore al metro. Il quarto dito particolarmente sviluppato degli arti anteriori sosteneva la membrana alare permettendo a questi rettili di essere degli ottimi volatori. Aveva una coda allungata che costituiva circa la metà della lunghezza totale dell’animale.

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