Balliani e Accorsi a Nembro
per giocare con l’Orlando

La strana coppia: eh sì, crediamo non ci sia altro modo che quello di parafrasare il titolo del celebre film con Walter Matthau e Jack Lemmon, per parlare dello spettacolo «Giocando con Orlando», interpretato da Marco Baliani e Stefano Accorsi, che va in scena mercoledì sera 4 dicembre a Nembro.

La strana coppia: eh sì, crediamo non ci sia altro modo che quello di parafrasare il titolo del celebre film con Walter Matthau e Jack Lemmon, per parlare dello spettacolo «Giocando con Orlando», interpretato da Marco Baliani (che cura anche la regia) e Stefano Accorsi, che va in scena mercoledì sera 4 novembre al Teatro San Filippo Neri di Nembro (inizio ore 20,45).

Realizzato in collaborazione con la Fondazione Teatro La Pergola, liberamente tratto dall’ «Orlando Furioso» di Ludovico Ariosto, lo spettacolo nasce da un precedente lavoro, «Il furioso Orlando» che, sempre diretto da Marco Baliani, vedeva in scena Stefano Accorsi e la cantante e musicista Nina Savary e ha ottenuto un grandissimo successo di critica e pubblico. Durante una maratona ariostesca in quel di Mantova, però, Baliani comincia a domandarsi cosa si poteva fare di più, nella messa in scena del celebre testo. Si chiede, per esempio, come l’Ariosto pensasse davvero i personaggi del suo poema, come lo declamava, che scelte compiva rispetto al montaggio del testo, alla eventuale musica. Baliani, insomma, si immagina il testo ariostesco, con le sue storie d’amore e le battaglie e tutti gli intrecci narrativi, come una sorta di fumetto o una soap opera ante litteram, perché, dice Baliani: «Da artista devo immaginare un corpo in scena che declama dei versi e allora perché non provare a rendere il poema ancor più giullaresco, a farlo parente di quell’altro teatro che si svolgeva appena fuori da quelle corti, nelle stesse piazze, magari con guitti che citavano a memoria gli stessi episodi, ma più rozzamente. Così ho voluto provare a esplorare il testo in una direzione ancor più radicale». E la scelta, non nuova ma efficace, è stata quella del teatro nel teatro: un meccanismo che, se ben utilizzato, permette agli interpreti di sdoppiarsi e entrare e uscire dai propri personaggi a seconda delle esigenze narrative.

«Il centro – spiega ancora Baliani – sarà sempre il tema dell’amore, corrisposto e non, violento e non, tradito e non, con le due coppie di Orlando e Angelica e Bradamante e Ruggero, e noi due che entriamo e usciamo dai personaggi, creandone altri intorno, mostri compresi, giocando, appunto, sulla corrispondenza delle rime infilate in un ritmo galoppante,con molta improvvisazione verbale, con rime difficili da trovare, con gesti difficili da compiere».

In questo contesto Stefano Accorsi sarà il protagonista e il cantore delle gesta del poema, mentre Baliani sarà una sorta di fool, un regista-demiurgo che si diverte sia a fare da spalla al protagonista che a tendergli trappole, a inventare nuove rime, a condurre un gioco che diventa sempre più caleidoscopico.

Il tema dello spettacolo è quello della giostra: una girandola di situazioni che si inseguono come l’amore tra le due coppie formate da Angelica e Orlando e Bradamante e Ruggero in continuo inseguimento. Le loro vicende si susseguono e si rincorrono, ad ogni giro di giostra scopriamo un pezzo della loro storia, li inseguiamo anche noi spettatori nel loro insensato rincorrersi, alla disperata ricerca di un amore che è sempre incanto.

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