Bergamo capitale della cultura
Scegli tu il logo per rappresentarla

Il logo che accompagnerà la candidatura di Bergamo a capitale della Cultura 2019 lo sceglierete voi. Il vaglio avverrà con un sondaggio sul nostro sito: basterà un clic per scegliere una delle cinque proposte selezionate.
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E adesso tocca a voi! Il logo che accompagnerà la candidatura di Bergamo a capitale della Cultura 2019 lo sceglierete voi. Dopo la prima scrematura effettuata dalla giuria tra i 69 progetti grafici presentati in poco più di un mese, il vaglio finale avverrà attraverso un sondaggio sul sito del nostro giornale. Basterà un clic per scegliere una delle cinque proposte selezionate. Una formula che rispecchia la filosofia della candidatura stessa: grande spirito di squadra per un traguardo ambizioso, ma alla portata della città.

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«Mi auguro – sottolinea l'assessore alla Cultura Claudia Sartirani –, che i bergamaschi aderiscano in maniera massiccia a questa iniziativa per aiutarci a scegliere il logo in grado di rappresentarci al meglio nella corsa per la candidatura del 2019. Tutti i finalisti rispecchiano l'immagine che ci eravamo prefissati; la volontà di andare verso una candidatura condivisa ci ha però convinti ad andare in questa direzione e ad attendere serenamente il verdetto popolare».

«Quello della selezione del logo – aggiunge Riccardo Bertollini, project manager della candidatura e componente della giuria presieduta da Erminia Carbone del Comune di Bergamo e formata da Franco Cattaneo (vice direttore de «L'Eco di Bergamo»), Marco Lazzari (docente di Informatica dell'Università degli studi di Bergamo) e Alessandro Montel (docente di Comunicazione aziendale dell'Università degli studi di Bergamo) – è un momento fondamentale. La capitale europea della cultura verrà scelta tra città italiane (parallelamente a un analogo iter in Bulgaria, ndr) e il logo rappresenta un segno distintivo destinato a diventare da subito un vero e proprio biglietto da visita in grado di colpire l'immaginario di quanti ci sosterranno, ma anche dei commissari chiamati a decidere sulla candidatura».

Quattro i requisiti fondamentali che hanno guidato i giurati nella scelta delle cinque proposte: la forte componente emozionale, la riconoscibilità, una visione strategica in grado di esprimere il valore culturale della città e la versatilità dal punto di vista comunicativo.

«Il logo – recitava il bando – dovrà essere comprensibile e utilizzabile in tutto il mondo, riproducibile su tutti i media e in grado di mantenere visibilità, equilibrio e valori estetici su qualsiasi scala». Per passare dalle parole ai fatti non bisognerà aspettare granché. Concluso il sondaggio (per votare c'è tempo fino al 23 dicembre), il logo più gettonato troverà un utilizzo immediato.

«Innanzitutto – aggiunge Bertollini – verrà impiegato sui totem che stiamo predisponendo al fine di promuovere la candidatura nelle immediate vicinanze dei luoghi della cultura cittadina. In secondo luogo accompagnerà i dossier con cui presenteremo il progetto prima al Parlamento europeo e quindi al Senato della Repubblica».

Sul piano operativo, il 2012 si annuncia come un anno chiave: dopo la prima convocazione dei cosiddetti tavoli territoriali nei mesi scorsi, a gennaio è prevista una seconda convocazione, mentre, per il resto, il grosso dell'attività ruoterà attorno all'istituzione di un comitato promotore e organizzatore, alla programmazione delle attività coinvolgendo nuovamente tutti i soggetti, e all'elaborazione del budget, individuando le risorse in vista della pubblicazione ufficiale del bando da parte del ministero della Cultura. Dura?

«Si tratta di un obiettivo ambizioso – conclude il project manager – i segnali positivi però sono tanti. La presentazione ai consoli dei Paesi dell'Unione europea nelle scorse settimane è solo l'ultima conferma. Più in generale è la risposta della città a incoraggiare e la buona partecipazione al bando per il logo è di buon auspicio. Vuol dire che l'ipotesi della candidatura sta maturando così come era nelle nostre intenzioni è cioè con un coinvolgimento ampio e trasversale».

Emanuele Falchetti

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