Creberg, ci sono gli italiani a Parigi
tra Paresce e Lorenzo Lotto

Il palazzo storico del Credito Bergamasco ospita, in parallelo, due straordinarie esposizioni: la collettiva «Italiani a Parigi» e «René Paresce». Nel corso dei fine settimana in esposizione il Polittico della Parrocchia di San Bernardo in Roncola di Moroni e la Pala di Santo Spirito di Bergamo di Lorenzo Lotto.

Il Palazzo Storico del Credito Bergamasco ospita, in parallelo, due straordinarie esposizioni: la collettiva «Italiani a Parigi – Da Severini a Savinio, da de Chirico a Campigli», affiancata dalla monografica di approfondimento «René Paresce – Un italiano a Parigi» (Opere dalla collezione del Banco Popolare). I due percorsi, che si estendono cronologicamente per quasi un secolo, puntano i riflettori su un periodo irripetibile e non ancora sufficientemente conosciuto della storia dell’arte moderna italiana nei suoi intrecci con le numerose vicende che scossero il panorama europeo dell’epoca.

Nel corso dei fine settimana, nella Sala Consiliare della Banca, saranno inoltre presentati al pubblico, dopo la conclusione dei restauri a cura della Fondazione Creberg, il Polittico della Parrocchia di San Bernardo in Roncola di Giovan Battista Moroni e la Pala di Santo Spirito di Bergamo di Lorenzo Lotto.

L’esposizione «Italiani a Parigi – Da Severini a Savinio, da de Chirico a Campigli» allestita nel salone principale del Palazzo Storico si focalizza sul nucleo di artisti noto come Groupe des Sept – composto da Massimo Campigli, Giorgio de Chirico, Filippo de Pisis, Renato Paresce, Alberto Savinio, Gino Severini, Mario Tozzi – i quali decisero di stabilirsi, chi temporaneamente, chi per la vita a Parigi e che, tra agli anni venti e trenta

del Novecento, esposero compatti sia in Francia sia in patria. Si estende inoltre ad alcuni fondamentali apripista che varcarono l’arco alpino in cerca di fortuna già nella seconda metà dell’Ottocento: Giovanni Boldini che, inseritosi negli ambienti aristocratici parigini, ebbe enorme successo con i suoi sfarzosi ritratti e il “rivale” Federico Zandomeneghi, da annoverarsi a tutti gli effetti membro del gruppo degli Impressionisti con i quali espose ripetutamente.

Il percorso include inoltre altri connazionali di cui si videro intrecciate vicende artistiche

ed esistenze, quali Ardengo Soffici, Anselmo Bucci, Gino Rossi, Alberto Magnelli, Enrico

Prampolini, nonché i più giovani Fausto Pirandello, Francesco Menzio, Carlo Levi,

Renato Birolli che seguirono i primi spinti dalla forza magnetica esercitata dalla capitale

francese in quel particolare momento storico.

La Fondazione Creberg ha altresì operato affinché la mostra in salone venga affiancata

da un altro progetto espositivo «René Paresce – Un italiano a Parigi», concretizzatosi

attraverso il prestito gratuito di un importante nucleo di dipinti, ventotto per la precisione,

oltre a un certo numero di opere grafiche, appartenenti in toto al patrimonio del Banco

Popolare.

Le due mostre sono strettamente legate: il percorso su Paresce – godibile sul

loggiato del Palazzo Storico della Banca – è da individuarsi come coerente

approfondimento della mostra collettiva in salone in quanto caso specifico di artista

italiano a Parigi, forse il più schivo e meno conosciuto del gruppo ma non per questo

meno importante. La possibilità offerta al pubblico di visionare da vicino un numero così

cospicuo di opere di René Paresce rappresenta un’occasione unica e sorprendente.

Personalità eclettica tanto da ricoprire nel corso della vita professioni e ruoli anche molto

diversi: ricercatore, fisico, artista, giornalista, scrittore, viaggiatore, Renato Paresce

(1886-1937) nasce in realtà in Svizzera, ma avendo vissuto solo un breve periodo nel

paese natale è italiano a tutti gli effetti.

Cresciuto a Firenze in un ambiente cosmopolita a contatto con personaggi del calibro di

Edmondo De Amicis e Giovanni Verga, coltivando l’amore per l’arte, dopo la laurea in

fisica a Palermo nel 1912 si trasferisce a Parigi con la moglie, attivista bolscevica

nonché amica di Trotzki. Rapidamente si inserisce nell’ambiente artistico-letterario della

città frequentando i ritrovi di Montparnasse: La Closerie des Lilas e La Rotonde, dove si

relaziona con Picasso, Modigliani e gli artisti ebrei russi. Presto comincia a partecipare

ai Salons e la sua tavolozza si illumina, accendendosi di colore. Allo scoppio della

guerra decide di mettere le proprie competenze al servizio della Marina Britannica

lavorando in un laboratorio all’avanguardia vicino a Londra. I suoi interessi lo portano a

viaggiare in Europa dove spesso espone. Rientra a Parigi nel 1920 e riprende una vita

regolare dipingendo paesaggi en plein air e nature morte di stampo post-cubista. Dopo

un secondo soggiorno londinese nel 1925 torna a Parigi e per meglio dedicarsi alla

pittura, abbandona la fisica e si mantiene lavorando come corrispondente per «La

Stampa». È invitato alla prima e alla seconda mostra di Novecento Italiano (1926 e

1929) mentre nel 1928 entra a far parte degli Italiens de Paris, gruppo nato per divulgare

la pittura italiana all’estero. Nel 1933, dopo la mostra alla Galleria del Milione di Milano,

dove ottiene buon successo con le sempre più visionarie opere degli ultimi anni, si

imbarca come unico passeggero su una nave mercantile in viaggio verso le isole Figi.

Rientra passando per l’America avendo scritto trenta articoli per «La Stampa» e numerosi

ricordi di viaggio che vengono pubblicati nel 1935 con il titolo L’Altra America.

Il prestito delle opere di René Paresce rappresenta un’importante iniziativa di

collaborazione con il Gruppo Banco Popolare che mette a disposizione della comunità

bergamasca una qualificata sezione del proprio importante patrimonio artistico in

un’ottica di servizio e di attenzione ai territori.

Entrambe le mostre si pongono in continuità tematica e temporale con le esposizioni

Omaggio a de Chirico e Omaggio a Sironi realizzate rispettivamente nel 2012 e 2013 e

si caratterizzano come nuovo, interessante saggio sulla peculiare sensibilità

collezionistica dei territori. In contemporanea con le due esposizioni sopra illustrate, nel corso dei fine settimana (10/11, 17/18, 24/25 maggio 2014), la Fondazione Credito Bergamasco presenterà al

pubblico, al termine del restauro, due capolavori di Lorenzo Lotto (Pala di Santo Spirito)

e di Giovan Battista Moroni (Polittico della Parrocchia di San Bernardo in Roncola),

presso la Sala Consiliare Palazzo Storico. Saranno presenti i Maestri restauratori, i quali illustreranno ai visitatori le tecniche e gli esiti degli interventi di ripristino, rispondendo direttamente ai quesiti del pubblico.

Sede e orari delle esposizioni

Palazzo Storico del Credito Bergamasco

Bergamo, Largo Porta Nuova, 2

10 maggio – 30 maggio

Da lunedì a venerdì (8.20 – 13.20 / 14.50 – 15.50) (esclusi Lotto e Moroni, solo week

end)

Sabato 10, 17 e 24 maggio (14.30 – 20.30) con visite guidate gratuite (ogni ora, a partire dalle 14.30)

Domenica 11, 18 e 25 maggio (10.30 – 19.30) con visite guidate gratuite (ogni ora, a partire dalle 10.30)

Ingresso libero

Per informazioni: www.fondazionecreberg.it

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