Fratus: «In un mondo sradicato
ho imparato ad amare gli alberi»

«Anche gli alberi sono monumenti e possono raccontarci moltissimo sulla nostra storia, sulle nostre radici»: con Tiziano Fratus, classe 1975, riprendiamo il nostro viaggio tra gli scrittori bergamaschi di oggi.

«Anche gli alberi sono monumenti e possono raccontarci moltissimo sulla nostra storia, sulle nostre radici»: con Tiziano Fratus, classe 1975, riprendiamo il nostro viaggio tra gli scrittori bergamaschi di oggi. Fratus è cresciuto tra la pianura bergamasca e le colline del Monferrato e ora vive ai piedi delle Alpi Cozie, in un villaggio nella Val Sangone, fra le riserve naturali dei laghi di Avigliana e del Monte San Giorgio.

A Bergamo, dove torna sempre volentieri, ha imparato l’amore per la natura che lo ha portato a inventarsi un lavoro bizzarro, che unisce un afflato ecologico a quello narrativo: fa il cercatore d’alberi. Alberi secolari, quelli che hanno una storia da raccontare per intenderci, testimoni silenziosi delle vicende umane.

Così Tiziano è arrivato a pubblicare molti libri a tema, sospesi tra saggio, racconto e poesia, come «Il sussurro degli alberi. Piccolo miracolario per uomini radice» (Ediciclo) e «Il manuale del perfetto cercatore d’alberi» (Kowalski). Quest’anno è stato invitato come autore al Festivaletteratura di Mantova: i suoi incontri erano sempre tutti esauriti. Tiene una rubrica settimanale su La Stampa, che esce ogni venerdì. Lo invitano spesso in televisione.

Il suo percorso mostra cosa può succedere «specializzandosi», trasformando una passione, coltivata fin da ragazzino, quasi per gioco, in un lavoro vero: «Oggi – racconta Tiziano – scrivo libri, organizzo mostre, laboratori di educazione ambientale per grandi e piccoli, accompagno la gente in escursioni alla scoperta della natura. Sono cose che non mi arricchiscono ma che tutte insieme compongono il mio mestiere».

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