Gli inglesi celebrano con una mostra a Londra Polidoro da Caravaggio, grande artista del ’500

Si chiama Polidoro Caldara da Caravaggio, ed è un artista bergamasco del ’500 che fa «impazzire» gli inglesi. Al punto che la National Gallery di Londra gli sta dedicando una mostra (aperta fino al 7 dicembre) per presentare uno dei tre bozzetti recentemente acquisiti che servirono per la realizzazione della monumentale «Andata di Cristo al Calvario», capolavoro realizzato a Messina prima del 1534 per la chiesa dell’Annunziata dei Catalani e ora conservato al Museo Nazionale di Capodimonte a Napoli.

Piccola ma preziosa, la mostra inglese si propone di ricostruire, intorno al nuovo acquisto, il lungo e complesso iter progettuale dell’ «Andata di Cristo al Calvario» esponendo anche gli altri due bozzetti ad olio eseguiti da Polidoro per la commissione siciliana, provenienti dai Musei vaticani e dal Museo di Capodimonte, oltre a un gruppo di disegni preparatori dalla National Gallery di Edinburgh e dalla Christ Church di Oxford che testimoniano l’eccezionale abilità di disegnatore dell’artista.

Nato a Caravaggio nel 1499 circa, Polidoro aveva lasciato giovanissimo il paese natìo di Caravaggio per recarsi a Roma a fare il manovale. Forse pensava di diventare architetto, invece scoprì la vena artistica e si ritrovò allievo di Raffaello di Urbino, impegnato nella decorazione dei palazzi Vaticani. Con Maturino da Firenze, con il quale strinse negli anni successivi un vero e proprio sodalizio artistico, Polidoro elaborò una raffinata tecnica a chiaroscuro con la quale insieme al compagno cominciò a decorare le facciate dei palazzi romani di fregi, figure e storie desunte dall’antichità classica. Questo lavoro procurò ai due amici una fama eccezionale destinata a perdurare per almeno due secoli.

Tuttavia il successo, e l’amore, trovati a Messina dove si era stabilito dopo il «sacco di Roma», finirono in tragedia. Nel 1543 infatti, a soli 44 anni, Polidoro fu assassinato da un allievo che lo derubò dei suoi averi. Tanto famoso presso i contemporanei, lo sfortunato Polidoro era caduto in disgrazia anche presso la letteratura critica del ’700: solo verso la metà del secolo scorso ebbe riconosciuto il giusto merito tra i grandi della pittura italiana del Cinquecento.

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(29/10/2003)

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