I Pooh dai detenuti di via Gleno per un incontro a suon di musica

Nella fitta agenda bergamasca dei Pooh in questo scorcio di novembre l’appuntamento ha un significato decisamente straordinario. Sabato pomeriggio, dalle 14, il piccolo teatro della Casa circondariale di via Gleno dovrebbe ospitare il quartetto di Roby Facchinetti e compagni per un incontro musicale con i detenuti dell’Alta Sicurezza del carcere. Il condizionale è d’obbligo, poiché dal Ministero non è arrivato nessun via libera all’appuntamento proposto dai Pooh. Il gruppo fa sapere che è fiducioso e spera in una risposta positiva anche dell’ulitmo minuto.

Nessun effetto speciale, nessuno strumento musicale accompagnerà l’intervento dei Pooh nel carcere, ad eccezione della chitarra acustica, quella di Dodi Battaglia. Sarà proprio un incontro a suon di musica, uno scambio musicale in cui i detenuti proporranno al celebre quartetto pop alcune delle loro canzoni di successo, arrangiate e adattate a loro misura, per tastiera, voci, flauti e percussioni. Nessuna ribalta, perché in quest’occasione i musicisti professionisti e i detenuti-musicisti saranno a pari livello. La musica si è affiancata al concorso di poesia «Parole ed emozioni» quando è stato avviato dall’Istituto comprensivo Donadoni di Bergamo nel 2001 il corso musicale in carcere. Mancherà un flautista, perché Emanuele Radosta, come ormai si sa, è evaso tre settimane fa assieme a Max Leitner. Non c’è stato il tempo per preparare a dovere un sostituto, così sarà la stessa docente Bianca Maria Foschi a sostenere la sua parte al flauto dolce. I primi passi della attività musicale hanno visto sulla scena il gruppo dei «Polipops»: sette detenuti che nel giro di cinque mesi senza conoscere pentagramma e note, si sono dati da fare e hanno saputo proporre nel giugno 2001 un concerto di fronte a un pubblico. Visto il successo dell’iniziativa il gruppo si è allargato fino a raggiungere una decina di elementi, «La banda del fil de fer» che ha duettato con alcuni alunni dell’IPC Canina e anche del Liceo Sarpi.

(05/11/2004)

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