Il «crowfunding» prende piede:
quando i soldi arrivano dal basso

L’ultimo caso eclatante è quello del film tratto dalla serie tv «Veronica Mars», prodotto grazie a cinque milioni e 700 mila dollari raccolti in due mesi grazie a 91 mila fan in tutto il mondo. Ma il finanziamento dal basso di produzioni culturali è un fenomeno sempre più diffuso.

L’ultimo caso eclatante è quello del film tratto dalla serie tv «Veronica Mars», prodotto grazie a cinque milioni e 700 mila dollari raccolti in due mesi grazie a 91 mila fan in tutto il mondo. Ma il finanziamento dal basso di produzioni culturali è un fenomeno sempre più diffuso, che riguarda anche progetti locali e con budget più contenuti.

In Italia le piattaforme di «crowdfunding» (dall’inglese crowd, folla e funding, finanziamento) sono passate da sedici nel 2012 a quarantasei nel 2013, ed è probabile siano cresciute ancora negli ultimi mesi, anche se non ci sono ancora dati ufficiali. Funziona così: un gruppo di persone sceglie di mettere il proprio denaro in comune per sostenere un progetto che sta a cuore a tutti. Per comodità si usa Internet, dove si possono raccogliere piccole somme anche da persone lontane fisicamente.

Ha usato questo sistema il giovane sceneggiatore bergamasco Fabio Paladini, che ha raccolto in questo modo i 12 mila euro necessari per la post produzione e la promozione della sua serie tv «Border Queen». Non un prodotto amatoriale, ma un ambizioso progetto pilota italo-scozzese girato in inglese, che Paladini e il regista Stefano Nurra stanno proponendo a produttori internazionali perché ne facciano una serie televisiva.

Spiega Paladini: «Una piattaforma di crowfunding, come Mobcaster che abbiamo usato noi, è un sistema per convogliare attenzione e raccogliere denaro, ma il grosso del lavoro lo fai tu con i tuoi contatti. Noi eravamo un bel gruppo, con una pagina Facebook sempre aggiornata e abbiamo fatto molta comunicazione».

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