«Il Novecento a Bergamo»
Ecco le cronache di un secolo

Pilade Frattini e Renato Ravanelli ripercorrono cent’anni di storia di una città in un’opera preziosa e suggestiva. Un documento storico che è allo stesso tempo un atto d’amore per Bergamo. Due volumi, più di 2000 pagine di storia e inserti fotografici.

Bergamo nel Novecento non ha visto solo le due guerre e la Resistenza, il Sessantotto e le lotte operaie, il terrorismo e Mani Pulite, eventi che hanno segnato un secolo di storia italiana. Bergamo ha avuto una sua storia particolare, ricchissima di eventi piccoli e grandi, una cronaca minuta, fatta di persone, di luoghi che ora non ci sono più, ma che ancora sopravvivono nella memoria di chi li ha vissuti, intravisti o solo sentiti raccontare.

Se da un lato troviamo la Fondazione del Nuovo Ospedale – ancora tra i più belli d’Italia - dall’altro troviamo i “Grandi Premi” intitolati alla città, le tre visite di Vittorio Emanuele III, il primo trapianto di cuore …

Storie su storie, dunque frammenti di memoria che immediatamente ne fanno affiorare altri, come cartoline di un’epoca che non c’è più, con grandi uomini e personaggi celebri ad affollare osterie e altri luoghi di ritrovo a lungo celebrati. E ancora le frasche sui colli, lo Smeraldo e l’elezione della prima Miss Bergamo, i musei, la funicolare, la gloriosa Atalanta.

Pilade Frattini e Renato Ravanelli ripercorrono cent’anni di storia di una città in un’opera preziosa e suggestiva. Un documento storico che è allo stesso tempo un atto d’amore nei confronti di Bergamo.

Due volumi cartonati , più di 2000 pagine di storia e inserti fotografici curati da Ornella Bramani.

Ne parlerà insieme agli autori il giornalista Xavier Jacobelli e leggeranno brani tratti dal libro gli attori Andrea Brignoli e Francesco Porfido.

IL NOVECENTO A BERGAMO

Cronache di un secolo

Pilade Frattini e Renato Ravanelli

2 volumi in cofanetto, € 90, Utet 2013

Gli autori

Pilade Frattini nasce a Venezia il 29 marzo 1938. Trasferitosi con la famiglia a Bergamo, dove il nonno era impresario teatrale, frequenta le scuole della città e si diploma al Liceo classico Paolo Sarpi. Dopo la laurea con lode, conseguita presso l’Università degli Studi di Milano, resta per qualche tempo nell’ambito universitario milanese in qualità di assistente, prima di intraprendere l’attività forense a Bergamo, località alla quale è fortemente legato tanto da considerarla a tutti gli effetti la propria città d’origine.

Dagli anni sessanta si dedica al diritto civile, commerciale e di famiglia e nel tempo libero legge libri di storia, con una particolare attenzione verso quella locale, motivo che lo ha incoraggiato a collaborare con l’amico Renato Ravanelli alla stesura di questo libro. Ha quattro figli Filippo, Federica, Daniela e Giulia.

Renato Ravanelli nasce a Bergamo il 1 febbraio 1936. A quindici anni scrive il suo primo articolo sportivo.

Promettente giocatore nelle fila della squadra giovanile dell’Atalanta, abbandona il calcio per dedicarsi alla sua vera passione: il giornalismo. Dopo gli studi in Scienze politiche all’Università Cattolica di Milano, nel 1960 scrive per “Il Giornale del Popolo”, una delle due testate cittadine. Sostenuto l’esame di stato diventa, nel 1963, giornalista professionista proprio quando il “Il Giornale del Popolo” diventa “Il Giornale di Bergamo”. Assunto a “L’Eco di Bergamo” dal direttore Don Spada si occuperà per questa testata di cronaca, politica ed economia. Viene però richiamato al “Giornale di Bergamo” nel 1977, e dopo alcuni anni, nel 1979, viene nominato direttore. Un anno dopo, nel 1980, “Il Giornale di Bergamo” chiude e Renato Ravanelli riceve una proposta da una nota testata milanese per fare il loro corrispondente a Washington. Motivi familiari e il dispiacere di dover lasciare Bergamo lo inducono a rinunciare e ad accettare la nuova chiamata di Don Spada a “L’Eco di Bergamo” con la nomina di Capo servizi sportivi, direttore di Radio Alta e di Bergamo Tv, incarico che svolge fino al 1996, anno della pensione. La passione per il giornalismo resta comunque viva e viene trasferita negli anni successivi nei tanti libri che scrive.

Nel 2013, al Circolo della Stampa di Milano, riceve la Medaglia d’Oro per i 50 anni d’iscrizione all’ordine dei giornalisti. Questo è il suo 51° libro.

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