Il teatro ragazzi diventa grande

Il teatro ragazzi diventa grandeAumentano le produzioni per adulti nel cartellone del Teatro Prova

Crescono le compagnie, gli attori e gli spettatori. Crescono meno le istituzioni, poco capaci di cogliere i fermenti del territorio e promuoverne lo sviluppo. È questo, in sintesi, il bilancio della serata con cui Teatro Prova ha presentato, l’altra sera al Teatro S. Giorgio, le novità della stagione 2003-2004.

L’inaugurazione del nuovo anno teatrale si è svolta con una formula interessante: non una semplice conferenza-stampa, ma tanti rapidi «trailer» delle nuove produzioni, con qualche ospite mirato e il commento di Silvia Barbieri, regista della compagnia. L’idea risale agli «Open Day» di Sezione Aurea all’Auditorium di piazza Libertà. Averne mutuato e modificato la formula è una buona soluzione.

Tra le novità, si colgono alcune promettenti linee di sviluppo. A un primo sguardo, colpisce l’ampiezza del repertorio a cui la compagnia può attingere, per alimentare rassegne parallele per le scuole, le famiglie, i bambini e gli adulti, divise per fasce d’età. In seconda battuta, i nuovi spettacoli fanno intuire uno spostamento verso il pubblico dei giovani e degli adulti. È il caso de «La pace» di Aristofane, atteso per fine gennaio, diretto dalla Barbieri con Max Brembilla, Stefano Mecca, Andrea Rodegher e Walter Tiraboschi. Ma è pure il caso di «Hammclov», cioè il beckettiano «Finale di partita», con gli stessi Brembilla e Mecca, e di «Posso parlare?», ugualmente ispirato a «Aspettando Godot» di Beckett e prodotto in collaborazione con la Fondazione Bosis. Questi ultimi hanno debuttato lo scorso giugno durante il festival di teatro-handicap «Non voglio perdere la maraviglia».

Non è la prima volta che il Teatro Prova alza l’età del proprio «target». La tendenza è decennale e risale allo spettacolo «Frankenstein». Stavolta però si ha l’impressione di essere di fronte a un «piano d’attacco» più organico e meglio strutturato. Rientrano in questa ottica due collaborazioni di rilievo. Una è con Pandemonium Teatro per il ciclo «Guerra o pace»: include l’omonimo spettacolo di Pandemonium (debutterà il 27 settembre) e, del Prova, «La pace», «Se questo è un uomo», «Lisistrata» di Aristofane (con il laboratorio teatrale del Liceo «Lussana») e «Il treno dei bambini».

La seconda collaborazione è con la Fondazione Benedetto Ravasio. Questa ha deciso di sostenere un gruppo di ex-allievi della sua scuola di teatro di figura (organizzata nello scorso biennio con il Cfp della Provincia) nella decisione di costituirsi in compagnia, e il Teatro Prova si incaricherà della distribuzione. Il nuovo gruppo si costituirà ufficialmente oggi a Bonate Sotto (ore 17), durante il Premio «Benedetto Ravasio». Intanto ha dato un assaggio di ciò che sa fare, con un «trailer» divertente, gaglioffo e molto applaudito.

Questo non deve far credere, comunque, che il Prova abbandoni il suo pubblico d’elezione, i bambini. A loro sono dedicate tre produzioni: l’ambizioso «Fantàsia» della Barbieri, con Giusi Marchesi, Carmen Pellegrinelli e Alberto Salvi, tratto da «La storia infinita di Michael Ende, «Librando» di e con Massimo Nicoli e la regia di Oreste Castagna, e «La befana vien di notte» con Patrizia Geneletti. Con in più la solita ricca offerta di laboratori per le scuole e - novità - un corso per insegnanti.

(14/09/2003)

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