«Io Arlecchino», sfida coraggiosa
5 minuti di applausi al Conca Verde

Cinque minuti di applausi scroscianti, e alla fine una standing ovation lunedì sera 23 febbraio al cinema Conca Verde per la prima di «Io, Arlecchino»: pubblico in piedi a gridare «bravi, bravi» a Giorgio Pasotti, ideatore del progetto e primattore, a Matteo Bini, il regista, a molti degli attori presenti in sala, ai produttori Elisabetta Sola e Nicola Salvi di Officina della comunicazione e Rai Cinema.

Il film è già stato presentato ai festival di Roma, L’Avana, Tolosa, ma arriva ora nelle sale bergamasche (stasera è di nuovo al Conca Verde). Poche le autorità presenti, c’erano gli sponsor e soprattutto un pubblico fatto di tanti giovani, molti amici di Pasotti, più l’ex presidente della Provincia Ettore Pirovano, il regista Davide Ferrario, «lo zio» del progetto, che ha dato una mano alla sua rifinitura, Mario Pasotti, il padre di Giorgio.

Il film in effetti è bello, «prende»: il pubblico ha subito risposto di pancia a una storia bergamasca-e-non, con tanti scorci della nostra terra (buona la fotografia, soprattutto colpiscono le riprese dall’alto) e a un finale super romantico che ha un sapore d’altri tempi, con Arlecchino e Colombina che baruffano amorosamente in controluce.

Grande Roberto Herlitzka nel ruolo di Giovanni Milesi, consumato Arlecchino sul limitare di una vita di passioni teatrali e di insuccessi, che prova con una compagnucola da oratorio, in una chiesa della Val Brembana, una piece ben fatta ma destinata a un’audience minimale, «di nicchia», come si dice a Roma.

Pasotti ringrazia «anche tutte le persone che questo film non l’hanno capito, che non l’hanno appoggiato: ci hanno dato una grande forza. Se siamo qui è anche grazie a loro». E questa energia nel film si vede, «Io, Arlecchino» è una piccola sfida coraggiosa e piena di forza: una sfida vinta.

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