Katrin, la designer tedesca
che fa rinascere il legno

Katrin Arens, semplicemente, va per la sua strada. È difficile definire lo stile e l’universo di questa designer tedesca, arrivata a Bergamo 18 anni fa con una borsa di studio per frequentare l’Accademia Carrara: per le riviste del Nord Europa è «mediterraneo».

Katrin Arens, semplicemente, va per la sua strada. È difficile definire lo stile e l’universo di questa designer tedesca, arrivata a Bergamo 18 anni fa con una borsa di studio per frequentare l’Accademia Carrara: per le riviste del Nord Europa è «mediterraneo», mentre quelle italiane scrivono di adorare il suo stile «tipicamente nordico».

La casa sul fiume a Villa d’Adda, completamente arredata da lei, è la location di servizi fotografici per i cataloghi delle più grandi marche internazionali. Tina Turner ha voluto un mobile della sua collezione e solo poche settimane fa è stato il turno di Belén Rodriguez. Ma Katrin ha anche accettato con ironia di costruire una bara, su misura, per un vivo che per vincere l’ansia aveva la necessità di fare le prove per il «grande giorno».

Forse perché lei queste cose le fa da vent’anni e ha iniziato dal nulla. Ha avuto l’idea: realizzare mobili con materiali di recupero. Il primo laboratorio è a Sotto il Monte, con lime e seghetto mette su un armadio con assi da cantiere. È subito evidente che ha bisogno dell’aiuto di un falegname. Lavora con gli artigiani del paese e gira in cerca di legno.

«Non è stato facile – racconta – le persone non capivano perché io volessi il materiale che per loro era da buttare. Mi prendevano per matta. Sono arrivata addirittura a scambiare le vecchie assi con quelle nuove. Era l’unico modo per avere quello che mi serviva».

Ma quello che Katrin crea piace da subito e dopo le prime richieste per le case degli amici arriva il primo ordine importante: «Mi hanno chiesto di arredare le stanze di un albergo di Maiorca – ricorda – da lì sono iniziate le prime pubblicazioni sulle riviste di settore ed è partito tutto. Da allora l’attività è andata avanti sempre con continuità e dalle necessità legate alla mia vita quotidiana sono partiti altri progetti».

Dal legno all’abbigliamento

Nasce la sua prima figlia, Laura, e da una botte in rovere Katrin tira fuori una culla. L’ha chiamata Divina, un pezzo unico che in molti hanno cercato di comprare, ma no, Divina non è in vendita. Parte così la linea di arredamento per bambini: «Quando progetti una cosa che ti serve entri in una logica di funzionalità che diversamente non avresti», spiega la designer. Scopre poi che la baby sitter aveva lavorato per anni come camiciaia e la coinvolge nella produzione di una collezione di abbigliamento per bambini. Le stoffe sono quelle di casa, ed ecco che la camicia del papà diventa il personalissimo pigiama di Laura. Il successo arriva anche lì.

«Adesso – prosegue – mi sono concentrata esclusivamente sull’arredamento, in particolare stiamo perfezionando la realizzazione delle cucine. Ho un socio, Omero Gasparetti, che si occupa della parte tecnica e della supervisione dei lavori e due collaboratori. Tutta la produzione avviene nel nostro laboratorio. L’unicità del pezzo è data dal legno, che viene trattato con cere e pigmenti naturali per mantenere intatti e percepibili tutti i segni del tempo».

Oltre all’Italia, la «Katrin Arens snc» ha clienti in Francia, Svizzera, Stati Uniti e Germania. Proprio nel centro di Düsseldorf, la sua città natale, Katrin ha da poco aperto uno show room per cercare di ampliare le vendite sul mercato estero. «Il lavoro in Italia non manca, il problema sono i pagamenti – commenta – e se a questo aggiungi una pressione fiscale elevata, è davvero difficile stare in piedi. Ho pensato anche io di spostare tutto all’estero, ma poi mi sono detta no. Non è possibile tagliare le radici di qualcosa che è nato qui, per portarlo da un’altra parte. In Italia esistono ancora figure professionali che all’estero sono già scomparse. Gli artigiani hanno delle competenze davvero e se sono arrivata fino a qui è anche grazie a loro».

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