«Wunderkammer» a Treviglio
In mostra le tele di Marco Rossi

Il «Corniciaio di Treviglio» e «Spazio 19» di Treviglio organizzano una mostra del giovane artista bergamasco Marco Rossi intitolata «Wunderkammer»: l'esposizione verrà inaugurata giovedì 16 maggio e resterà aperta fino al 2 giugno.

Il “Corniciaio di Treviglio” e “Spazio 19” di Treviglio organizzano una mostra del giovane artista bergamasco Marco Rossi intitolata “Wunderkammer”: l'esposizione, in via Sangalli 19 a Treviglio, verrà inaugurata giovedì 16 maggio, alle 18, e resterà aperta fino al 2 giugno (dalle 9,30 alle 12 e dalle 15,30 alle 19 da lunedì a venerdì; dalle 16 alle 19 la domenica).

Marco Rossi, classe 1987, di Calcio, frequenta il liceo artistico di Bergamo dove si diploma nel 2006. Attualmente frequenta il biennio di specializzazione all'Accademia di Brera a Milano. In questi anni prende parte a diverse collettive e allestisce personali. Nel 2012 vince il "Premio Nazionale delle Arti" alla Pinacoteca Albertina di Torino.

Il lavoro del giovane artista gravita attorno al disegno, che gli permette di registrare quotidianamente un flusso di coscienza nel quale si intrecciano corpi, scritte, tracce e paesaggi. Questi disegni spesso vengono raccolti in quaderni, trasformati in contenitori di immagini recuperate, oppure ingranditi e lasciati liberi di disperdersi altrove.

L'autore sembra voler restituire in questo modo il movimento e il cambiamento interiore, il vissuto, la continua mutazione del proprio percorso esistenziale senza però cadere nell'illustrazione e liberando le figure da qualsiasi obbligo descrittivo. Un reale "fagocitato" quindi, riportato alla luce del presente attraverso un linguaggio artistico che spesso rivela la drammaticità di questa tensione.

Questo intreccio tra vissuto, immaginazione e memoria, acquista una dimensione fisica nella modalità di concepire l'allestimento dei lavori: cassette che contengono quaderni di appunti, grandi e piccoli album di disegni, fotografie e oggetti inglobati in modalità diverse a testimonianza del legame più banale della quotidianità: il risultato è una specie di habitat intimo (suggestione di una moderna wunderkammer) ma allo stesso tempo capace di relazionarsi con chi vuole ascoltare o condividere.

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