Manzù e Marini a confronto
Una grande mostra a Parma

Nascono più o meno nello stesso periodo, Giacomo Manzù e Marino Marini: l’uno a Bergamo, nel 1908 (morirà ad Ardea nel 1991), l’altro a Pistoia, nel 1901 (morirà a Viareggio nel 1980): entrambi dunque in quel primo decennio del Novecento in cui si aprono per le arti tutte grandi spazi innovativi.

Nascono più o meno nello stesso periodo, Giacomo Manzù e Marino Marini: l’uno a Bergamo, nel 1908 (morirà ad Ardea nel 1991), l’altro a Pistoia, nel 1901 (morirà a Viareggio nel 1980): entrambi dunque in quel primo decennio del Novecento in cui si aprono per le arti tutte grandi spazi innovativi.

Si moltiplicano le avanguardie, alcune intelligentemente creative, altre polemicamente distruttive; avanzano modalità diverse di interpretazione, si rovesciano i concetti estetici tradizionali.

In questo tormentato e tumultuante periodo, tra l’agonia della Belle époque e i successivi sconvolgimenti della Prima guerra mondiale, vivono l’infanzia e la prima giovinezza questi due artisti, dei quali una mostra presso la Fondazione Magnani Rocca, in apertura il 13 settembre e fino all’8 dicembre, pone quasi a confronto il percorso artistico («Manzù/Marino. Gli ultimi moderni», Mamiano di Traversetolo, Parma. Catalogo Silvana editoriale).

Ma, a differenza di altri, essi mostrano fin dall’inizio una loro linea personale che, pur tenendo conto delle innovazioni, non si discosta dal quel rigore classico che stabilisce una continuità tra passato e presente.

Marini, che ha frequentato l’Accademia di Belle Arti a Firenze, è in un primo tempo indotto a seguire elaborazioni scultoree che si avvicinano a Medardo Rosso, mutando poi gradualmente in seguito; Manzù invece, figlio di un calzolaio, attua la sua formazione nell’ambito di botteghe artigiane bergamasche.

Leggi di più su L’Eco di Bergamo del 6 agosto 2014

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