«Né serva, né padrona» ma con autoironia
La donna emancipata della Contin

Nello spettacolo presentato all’auditorium di Ponteranica nell’ambito della stagione del teatro Erbamil, l’attrice Claudia Contin (la prima donna a rappresentare la maschera di Arlecchino) diverte coinvolgendo il pubblico e fa riflettere sulla condizione della donna oggi.

A Ponteranica per la stagione di teatro Erbamil è andata in scena Claudia Contin Arlecchino con: «Né serva, né padrona», una rappresentazione sulle donne della commedia dell’arte. È con la chiave dell’ironia e dell’autoironia che l’attrice costruisce uno spettacolo di catarsi collettiva e di emancipazione femminile. Una messa in scena che non è mai la stessa perchè lo scambio con il pubblico qui diventa linfa vitale. È anche in base alle reazioni degli spettatori che si trasforma e si modella la cornice.

Il nucleo della rappresentazione, invece, si basa sul ruolo delle donne nella società a partire dal ’500-’600, quando, per esempio una cantante e musicista, come Adriana Basile e un’attrice e letterata come Isabella Andreini sono delle vere e proprie star conosciute in tutta Europa. Di loro tuttavia, si è perso il ricordo, quasi spazzate via dal racconto di una storia dell’arte che non è stata per nulla paritaria e oggettiva ma ha fatto prevalere quasi solo le figure maschili. Il risultato è spassoso, si ride a crepapelle quando la Contin fa la caricatura delle peculiarità femminili delle cortigiane (che, in realtà, sono le stesse delle donne di oggi) e durante i siparietti con gli uomini del pubblico, ma comunque riesce a far riflettere, la donna ne esce con più autostima e l’uomo più consapevole. Non è cosa da poco.

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