Non solo quella canzone del capitano
Francesco Facchinetti scopritore di talenti

Nell’immaginario collettivo resta il dj Francesco che cantava «La canzone del capitano». Ma Francesco Facchinetti è sostanzialmente un imprenditore di successo, anzi, uno «startupper», uno che fa accadere le cose.

Figlio di Roby, il tastierista e compositore dei Pooh, la musica l’ha frequentata sin da quand’era ragazzo. Prima in discoteca, poi in radio. Ad un certo punto ha provato a fare il cantante, ha inciso dischi che han fatto sfracelli sul mercato, è andato con papà a Sanremo, e alla fine s’è accorto che quella via non faceva per lui. Conduttore tv di successo, si è ritagliato anche uno spazio da commentatore in radio. Tutto gli è servito a maturare una notevole sensibilità comunicativa, che ha messo a frutto nell’ennesima attività.

Francesco è diventato uno dei talent scout più abili d’Italia, uno scopritore di talenti che, nella sua «NewCo Management», conta una settantina di artisti, destinati al successo o già arrivati in cima alle classifiche. È di pochi giorni l’uscita del singolo strumentale del giovane e promettente pianista bergamasco Davide Locatelli; Riki (Riccardo Marcuzzo) sta facendo il giro del mondo, in scuderia ci sono anche, Frank Matano, Irama, Nesli, Emis Killa e tanti altri. «Tutto dipende dal percorso che fai», spiega Francesco. «All’inizio ti senti invincibile, poi quando arrivi ai 30 anni ti rendi conto che le cose possono andare anche diversamente. I momenti di défaillance li ho trovati sempre interessanti. La sensazione di dover ricominciare tutto da capo mi ha sempre intrigato. Così un giorno ho pensato che avrei potuto mettere insieme tutti i tasselli della mia esistenza. Da giovane pensavo solo a me, poi le cose sono cambiate. Ho viaggiato, ho cominciato a creare delle connessioni tra me e le altre persone, tra il mio modo di intendere la musica e quello degli altri».

© RIPRODUZIONE RISERVATA