Prince, 6 giorni fa il ricovero per overdose
Il 2016 è un anno orribile per la musica

Il mondo della musica è in lutto dopo la morte del grande cantante pop Prince, una morta ancora avvolta nel mistero. Ma, mentre si attende l’autopsia, sono nate ipotesi e congetture su quanto accaduto: il corpo trovato senza vita in un ascensore della casa alla periferia di Minneapolis, in Minnesota.

Secondo il sito Tmz, di consueto informatissimo, Prince era stato ricoverato la settimana scorsa in ospedale per un’overdose di oppiacei, e non per una banale influenza, come dichiarato dal suo manager. E tra misteri e coincidenze, anche quella della scomparsa della sua ex compagna Vanity, appena due mesi fa, alla sua stessa età, 57 anni, per un’insufficienza renale dovuta al passato abuso di crack.

Evidentemente, così muoiono le leggende della musica. All’ improvviso, lasciando il mondo scioccato, triste, più arido senza le loro note. Certo, il 2016 sarà ricordato come un anno orribile per la musica pop e rock mondiale. La morte di Prince, 57 anni appena, è uno choc violento per tutti, fan e non. Lascia attoniti, addolorati, costernati allo stesso modo della scomparsa l’11 gennaio scorso di David Bowie, il Duca Bianco, la star che rivoluzionò il modo del rock.

Il cantautore e compositore britannico aveva appena compiuto 69 anni, ma era da tempo malato di cancro. Sembra da 18 mesi. La notizia della sua morte venne pubblicata sugli account ufficiali della rockstar subito dopo e confermata dal figlio Duncan Jones su Twitter, gettando gli amanti della sua musica, quindi intere generazioni di quaranta-cinquantenni, in uno stato di profondo dolore. Soli come orfani. Attivo dalla metà degli anni Sessanta, David Bowie aveva attraversato cinque decenni di musica rock, reinventando nel tempo il suo stile e la sua immagine e creando alter ego come Ziggy Stardust, Halloween Jack, Nathan Adler e The Thin White Duke (noto in Italia come il «Duca Bianco»). Dal folk acustico all’elettronica, passando attraverso il glam rock, il soul e il krautrock, David Bowie ha lasciato tracce che hanno influenzato molti artisti. È morto a New York, dall’altra parte dell’oceano, come John Lennon.

L’11 marzo 2016 è scomparsa un’altra stella della musica rock: Keith Emerson, principe delle tastiere, 71 anni, anima e fondatore di due gruppi britannici leggendari, The Nice ed Emerson, Lake & Palmer. Tra gli anni ’60 e ’70 è stato uno dei massimi interpreti del progressive rock, fusione dei generi più diversi tra cui rock and roll, classica, jazz e world music. L’annuncio della scomparsa del tastierista, considerato «il signore del Moog», anche in questo caso è arrivato dai social: è stata la stessa band a darne notizia sul profilo ufficiale Facebook. «Ci spiace annunciare che Keith Emerson è morto la scorsa notte nella sua casa di Santa Monica, a Los Angeles, all’età di 71 anni - si leggeva sul social network -. Chiediamo che vengano rispettati la privacy e il dolore della famiglia».

«Ciò che Jimi Hendrix è stato per la chitarra, Keith Emerson è stato per le tastiere». Questa definizione il tastierista inglese, anima di leggendarie band del progressive rock che ha impazzato negli anni Sessanta e Settanta, era stato presentato, a Milano anni fa, durante la sua ultima esibizione.

E il 18 gennaio a New York era morto, a 67 anni, anche Glenn Frey, cantautore, musicista e attore, noto soprattutto per essere stato uno dei membri fondatori del gruppo musicale country rock degli Eagles, del quale era vocalist e chitarrista.

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