Sala Greppi, quindici concerti da settembre

Novità assolute, graditi ritorni, vesti inedite di grandi interpreti. Il Festival Internazionale Concerti d’Autunno in Sala Greppi brilla già a un primo sguardo di quella qualità che lo ha reso unico non solo nel panorama concertistico della realtà bergamasca. La XXIII edizione non smentisce le prerogative che hanno segnato un percorso di concerti senza molti confronti in Italia: tra le rassegne a pagamento poche infatti possono esibire un tutto esaurito costante e, se la capienza della legante Sala nell’Oratorio dell’Immacolata lo permettesse, un numero ancora maggiore di abbonati.

Ognuno dei quindici concerti in programma dal 16 settembre all’8 dicembre, festa dell’Immacolata e tradizionale giorno di chiusura della manifestazione, ha ragioni e motivi per richiamare l’interesse tanto dell’intenditore quanto dell’appassionato. La direzione artistica di Pier Angelo Ravasio ha mescolato a dovere le carte, proponendo un mix equilibrato tra interpreti e programmi, rischiando qualcosa sul versante della sperimentazione, ma senza che validi motivi artistici siano disgiunti da quelli spettacolari.

Dei quindici appuntamenti sette sono recitals di pianoforte, altri tre sono affidati ad altri strumenti solisti, tre sono concerti da camera e due sono affidati a gruppi orchestrali, uno tradizionale e l’altro a metà tra classico e jazz. L’apertura è dedicata all’inedito Fideo Trio, una novità per Bergamo, ma non del tutto visto che la violinista è quella Bin Huang che ha lasciato tutti ammirati nella scorsa edizione di Tempo Barocco. Al suo fianco la pianista Hyun_sun Him e la violoncellista Soo Bae per un programma pienamente romantico diviso tra il Dvorak ( il bellissimo Dumky trio) e Mendelssohn.

Il giocoliere François-Joel Thiollier apre la schiera dei pianisti (23 settembre), con un programma storico lungo il crinale francese di Couperin, Rameau, Debussy, Ravel adatto all suo tocco da prestigiatore.

Tra i pianisti ci sono ritorni di assoluta garanzia, come Lilya Zilberstein che chiude la rassegna, la tempra d’acciaio di Polina Leschenko (7 ottobre), Andrea Lucchesini (21 ottobre) con Bach, Scarlatti e il Carnaval di Schumann, Pietro De Maria (11 novembre) tra Mendelssohn e il Liszt della Sonata in si minore.

Sono pianisti tutti da scoprire - ma solo per i bergamaschi, poiché le carriere internazionali lasciano pochi dubbi - il giovane talento russo Yevgeny Sudbin e lo scozzese Steve Osborne.

Non hanno bisogno di commenti il violoncellista Mario Brunello (28 ottobre) impegnato tra Bach e Sollima e la danese Michala Petri, numero uno al mondo del flauto dolce, che verrà (18 novembre) in compagnia del chitarrista Lars Hannibal.

Altri strumentisti d’eccellenza sono il fortepianista Andrea Staier (30 settembre) pure tra i migliori al mondo, con le Variazioni Diabelli di Beethoven, e il chitarrista cubano Manuel Barrueco (4 ottobre), ma è lecito attendersi molto dalla giovane violinista britannica Chloe Hanslip. Al Bach Collegium di Monaco (14 ottobre nella basilica di S. Alessandro in colonna) tra Bach e Haendel si contrappone il Vivaldi in versione jazz di Sandro Cerino e Piero Toso (25 novembre): quattro stagioni affidate ora all’orchestra di Padova e del Veneto, ora alla Crescendo Big Band.

(10/06/2004)

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