Sgarbi in visita all’Accademia Carrara
«Tante meraviglie degne del Louvre»

Sono tre mesi che ha riaperto l’Accademia Carrara, ed ecco che tra francesi, tedeschi, spagnoli, messicani, che riempiono il libro dei commenti con tanti «beautiful collection, wonferful!» è arrivata anche la visita di Vittorio Sgarbi.

Accolto dal conservatore Giovanni Valagussa, attraversato le 28 sale della Pinacoteca con il suo passo spedito, indicando opere e autori a lui da molti anni familiari.

Come trova il nuovo allestimento della Pinacoteca? «L’Accademia Carrara è una meraviglia che ospita tante meraviglie, più di quelle che ricordavo. L’ho trovata arricchita rispetto alla quantità di opere esposte, che sono state finalmente sottratte ai depositi in cui giacevano. Quanto all’allestimento, invece, mi sembra un po’ “ospedaliero”, in linea con il modus operandi degli architetti che non amano i quadri, che sembrano attaccati lì, sulle pareti della Carrara, come una raccolta di francobolli. Il difetto è averli messi su quello sfondo grigio, rischiamo di vederli un po’ come dei malati: un peccato però veniale rispetto al fatto che si possa finalmente vedere tutto questo grande patrimonio.

C’è un’opera che da sola meriterebbe una visita? La più rappresentativa.«Sicuramente il ritratto di Pisanello. Poi Bellini, Moroni, Lorenzo Lotto... Il “Giovane” di Lotto, con quello sguardo incantato, è un capolavoro assoluto, un’opera di un gusto moderno, con quell’aspetto sensibile, fragile, nevrotico... Ma i dipinti di Lotto sono tutti meravigliosi, sono tutte opere che potrebbero stare al Louvre».

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