Oratorio musicale per Papa Roncalli
La «prima» mondiale a Bergamo

Un oratorio musicale e un «real-time» su Papa Giovanni XXIII. Nell’ambito delle iniziative per la canonizzazione del beato Papa Giovanni, la Fondazione Papa Giovanni XXIII e la Diocesi hanno pensato di realizzare un oratorio musicale dedicato a Papa Roncalli.

Un oratorio musicale e un «real-time» su Papa Giovanni XXIII. Nell’ambito delle iniziative per preparare e celebrare la canonizzazione del beato Papa Giovanni, la Fondazione Papa Giovanni XXIII e la Diocesi di Bergamo hanno pensato di realizzare un oratorio musicale dedicato a Papa Roncalli dal titolo: «Venne un uomo mandato da Dio. Il suo nome era Giovanni».

L’opera, composta dal Maestro monsignor Marco Frisina, sarà eseguita in prima mondiale presso l’auditorium del Seminario Vescovile di Bergamo sabato 22 febbraio. Verrà poi replicata a Roma, dopo la canonizzazione di Giovanni XXIII, dai giovani orchestrali e coristi del Conservatorio cittadino “Gaetano Donizetti”. La preparazione può essere seguita sul web attraverso uno speciale “real time”.

L’oratorio utilizza citazioni bibliche e liturgiche particolarmente amate da Roncalli e da lui citate e pregate spesso in lingua latina. Ad esse si aggiungono stralci significativi del Giornale dell’anima e di altri scritti roncalliani. Il testo, a cura della Fondazione Papa Giovanni XXIII, è stato musicato appositamente dal Maestro Marco Frisina.

Fondatore e direttore del Coro della Diocesi di Roma dal 1984, monsignor Frisina ha collaborato al progetto internazionale della Rai “Bibbia” sia come consulente biblista che come autore delle musiche dei film prodotti. Ha composto oltre venti Oratori sacri ispirati a personaggi biblici o alla vita di grandi santi.

Accanto al Maestro Frisina, protagonisti principali dell’opera musicale sono i giovani orchestrali e i coristi del Conservatorio Musicale “Gaetano Donizetti” di Bergamo. Aderendo con entusiasmo a questa iniziativa, il Conservatorio cittadino e il suo Direttore Emanuele Beschi hanno messo generosamente a disposizione la propria competenza e professionalità, convinti di poter dimostrare anche in questa occasione il forte contributo che la musica può offrire alla vita culturale e spirituale della città e non solo.

L’oratorio musicale verrà eseguito per la prima volta a Bergamo, sotto la direzione del maestro Marco Frisina, il 22 febbraio 2014, alle ore 20.30, nell’auditorium del Seminario Vescovile grazie al sostegno e alla collaborazione della Fondazione MIA e della Fondazione Credito Bergamasco.

L’ingresso è gratuito, previa prenotazione on line (su www.congressibergamo.com o sul sito della Diocesi e della Fondazione dove sarà trasmesso anche lo speciale “real-time”) a cura della segreteria del Centro Congressi di Bergamo, che rilascerà un attestato da esibire all’ingresso del Seminario. L’opera verrà riproposta anche a Roma, in collaborazione con il coro diocesano della Capitale, nella Basilica di San Giovanni in Laterano, il 17 maggio 2014, alle ore 20.30.

L’oratorio dedicato a Papa Giovanni XXIII è una composizione musicale di ispirazione religiosa, ma non liturgica, con trama compiuta, presentata in forma narrativa ma senza rappresentazione scenica, mimica e personaggi in costume. La forma musicale dell’oratorio prende il nome dall’oratorio della tradizione filippina, il piccolo locale in cui già tra il 1500 e 1600 si svolgevano i cosiddetti “esercizi dell’oratorio”, riunioni di fedeli durante i quali si pregava, si compivano esercizi spirituali e si cantava.

“Il testo e le musiche di questo oratorio - sottolinea il Direttore della Fondazione Papa Giovanni XXIII don Ezio Bolis - vogliono evidenziare alcuni tratti della figura umana e spirituale di Papa Giovanni a partire dai suoi scritti e dal temperamento che milioni di persone, credenti e non credenti, hanno conosciuto e apprezzato”.

Le tre parti in cui è diviso l’oratorio rappresentano tre momenti della vita profetica di Papa Giovanni. L’inizio della prima parte è caratterizzato dalla domanda di Cristo: “Mi ami tu?” e dalla sua proposta: “Seguimi!”. Queste parole ritorneranno nello svolgersi dell’oratorio; esse rappresentano l’intima dinamica della fede di Roncalli: mettersi alla sequela di Cristo e amarlo facendolo amare.

La seconda parte mostra la dedizione di Papa Giovanni alla Chiesa, passione che diventa intraprendenza e coraggio nella convocazione del Concilio, con gli occhi rivolti alla riforma e alla crescita della comunità ecclesiale, con la carità verso i piccoli e i poveri. Questa parte si conclude con una delle preghiere mariane più amate da papa Giovanni: “Ave mundi spes”, in cui Maria è vista come speranza del mondo, come rifugio sicuro in tempi difficili e dolorosi.

La terza parte è incentrata sull’amore che nasce dall’umiltà, dall’adesione alla Croce del Signore e che si allarga dolcemente ai fratelli divenendo esso stesso evangelizzazione e salvezza; l’inno “Ubi charitas” sintetizza tutto questo. L’oratorio termina con l’eco del “Mi ami tu?” iniziale e con il Cantico di Simeone, “Ora lascia o Signore che il tuo servo vada in pace…”, è il congedo dal mondo vissuto nella pace e nella gioia di chi ha compiuto il suo cammino di fede tutto orientato verso la luce, con il cuore già in paradiso”.

Con la sua efficacia, questo linguaggio musicale può far giungere anche al grande pubblico, in particolare ai giovani, l’altissimo messaggio spirituale di Giovanni XXIII. Infatti “la musica – secondo le autorevoli e splendide parole di Papa Paolo VI – “è la più immateriale e arcana espressione d’arte”; essa “può avvicinare l’anima fino ai confini delle più alte esperienze spirituali”. La musica “ha la sua grande parola da dire davanti al mondo di oggi; ha il compito tremendo e affascinante di interpretarne le aspirazioni, le inquietudini, il brivido di assoluto; di placarne con un messaggio di serenità le oscure crisi di pensiero e di sentimento; di temperare l’aridità e il freddo in cui lo possono avvolgere i pur raffinati strumenti del suo tecnicismo; ha una missione da svolgere in nome dei valori umani più alti e veri e duraturi, quasi per una propedeutica alle ardue conquiste dello spirito” (A professori e alunni del Conservatorio musicale di Milano, 29 marzo 1965).

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