Veltroni racconta la sua Africa
e Rusconi la leadership tedesca

Gian Enrico Rusconi e Walter Veltroni saranno ospiti di Bergamo Festival in un doppio speciale appuntamento in programma venerdì 13 maggio al Centro Congressi Giovanni XXIII.

Alle 18 Gian Enrico Rusconi, noto storico e politologo parlerà di «Egemonia virtuale. La Germania contemporanea e la sindrome Bismark». A seguire alle 21 «La mia Africa. Voci di speranza e cambiamento» con Walter Veltroni che porterà la sua testimonianza di appassionato osservatore dei fenomeni dello sviluppo del continente africano. L’ingresso è come sempre gratuito, previa registrazione sul sito di Bergamo Festival Fare La Pace.

«Ci siamo svegliati e improvvisamente ci siamo accorti di avere un ruolo da leader, almeno in Europa, ma senza averne la voglia». Le parole dell’ex ministro degli esteri tedesco Joschka Fischer sono apparentemente agli antipodi di quello che diceva Otto Van Bismarck il fondatore dell’impero tedesco: «dobbiamo convincere il mondo che un’egemonia tedesca in Europa agisce in modo più utile, imparziale e meno dannoso per la libertà che un’egemonia di altri». Ma per Bismarck si trattava di un’egemonia consapevole dei limiti della “potenza di centro” e quindi della sua vulnerabilità. L’incertezza è che sia ancora la situazione in cui ci troviamo oggi, dopo che nel corso della crisi economico-finanziaria, ancora irrisolta, si è delineata una nuova egemonia tedesca. Di questi argomenti, dell’egemonia e del ruolo della Germania, nazione leader in Europa parlerà il noto storico e politologo Gian Enrico Rusconi intervistato da Marco Marzano, Sociologo e Professore Ordinario di Sociologia dell’Organizzazione dell’Università degli Studi di Bergamo.

Walter Veltroni è da anni attento osservatore dei fenomeni dello sviluppo dell’Africa, continente che ha visitato diverse volte, in qualità di Sindaco, insieme a studenti delle scuole romane. In dialogo con Giangi Milesi, Presidente Cesvi, Veltroni condurrà il pubblico, in un viaggio appassionato nell’Africa dimenticata, quella delle bidonville sommerse dai rifiuti, dell’epidemia di Aids, della violenza indiscriminata, dell’infanzia segnata dalla malnutrizione e delle malattie, dove brilla ancora l’opera di volontari, laici e religiosi, missionari e membri di associazioni non governative, che tengono viva, contro ogni logica, la luce della speranza. La testimonianza di Veltroni è un tributo a quella speranza e agli uomini e alle donne che l’alimentano e una riflessione politica sulle criticità della globalizzazione e sul ruolo dell’Occidente.

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