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#fuoricasa: le illustrazioni di Elenia Beretta a Berlino, “casa dei miei sogni e dei miei colori”

Racconto. Perché un’illustratrice bergamasca, classe 1987, decide di trasferirsi a Berlino quando internet permette di restare collegati a tutto il mondo? Per motivi professionali ovviamente, ma anche perché i luoghi e l’atmosfera possono diventare ispirazioni fondamentali

Lettura 4 min.
“We love pizza”- Napoli; dal nuovo libro per Little Gestalten (illustrazione di Eliana Beretta)

La Germania si conferma da diversi anni il paese più popolato dell’Unione Europea secondo il rapporto dell’Ufficio federale di statistica (Destatis). Tra i principali fattori responsabili c’è il flusso migratorio costante che ha portato la popolazione tedesca al raggiungimento della cifra record di 83 milioni di abitanti. Nella sola Berlino sono circa ventiseimila i deutschitaliener – letteralmente italo-tedeschi – iscritti all’AIRE (l’anagrafe degli italiani residenti all’estero), sebbene si ipotizzi che la cifra reale sia quasi del doppio.

Se negli anni del dopoguerra e del boom economico, la bundesrepublik era territorio ambito per intere famiglie, oggi sono principalmente i giovani a muoversi in solitaria per lavoro. Così si trovano italiani in ogni città tedesca, a partire dalle principali: il centro di Monaco di Baviera è specchio e storia di migrazione gastronomica, Amburgo con suoi centri di ricerca affacciati sul porto è meta per architetti e designers, ma è tutt’oggi Berlino a confermarsi casa più ambita per artisti, musicisti e creativi.

Elenia Beretta, bergamasca classe 1987, da tre anni vive a Berlino, dove lavora come illustratrice freelance . Le sue opere, pubblicate su numerose riviste e libri, ci riportano un po’ indietro nel tempo, in un mondo fatto di cose semplici ed essenziali. Colori vivaci e tratti decisi, sfumature che ricordano l’infanzia; paesaggi familiari, ingredienti ed oggetti d’uso quotidiano racchiudono meravigliose storie disegnate su carta. Abbiamo chiacchierato con lei per scoprire come realizza i suoi lavori e perché abbia scelto di trasferirsi all’estero.

CD: Come si diventa illustratrice? Qual è stato il tuo percorso?

EB: Ho studiato come Grafica Pubblicitaria a Bergamo, dopo il diploma ho lavorato da Santini Maglificio sportivo per cinque anni, ma durante l’ultimo anno ho sentito il bisogno di un’evoluzione professionale. Grazie al “magico mondo di internet” ho scoperto l’illustrazione ed ho capito che quella sarebbe stata la mia strada. Mi sono iscritta ad un corso d’illustrazione serale presso la Naba – Nuova accademia delle belle arti a Milano – e, nell’estate 2012, ho lasciato il lavoro come grafica per lanciarmi in quest’avventura.

CD: E hai cominciato a crescere…

EB: Per tre anni ho lavorato come cameriera, contemporaneamente ho iniziato a costruire il mio portfolio, seguendo numerosi corsi e workshops. La svolta è stata nel 2014/2015 grazie al Master d’illustrazione Mimaster Milano, al termine avevo un portfolio completo che mi ha permesso di lavorare e mantenermi esclusivamente con l’attività di illustratrice freelance. È stato un percorso lungo e impegnativo, facevo due lavori per permettermi la scuola, continuando a dedicarmi ai progetti da presentare a magazine e case editrici.

CD: Quale tecnica usi per i tuoi lavori? Disegni direttamente su carta?

EB: La tecnica che utilizzo è la Gouache, un tipo di colore a tempera mescolato con la gomma arabica, il risultato è più coprente e più opaco rispetto al normale colore a tempera. Dipingo su carta 100% cotone satinata e non disegno in digitale. Faccio gli schizzi preparatori a mano, poi disegno su carta da pittura con light box, cioè un piano illuminato, fermando il foglio su una base di legno, perché utilizzando molta acqua potrebbe piegarsi. Parto da dei livelli di colore trasparenti e vado a coprirli con strati finché non raggiungo l’intensità che mi soddisfa. Per essere una tecnica tradizionale, sono abbastanza veloce. L’ho scelta perché dopo aver lavorato moltissimi anni a computer avevo bisogno di un approccio più manuale e tradizionale.

CD: Perché hai scelto di trasferirti a Berlino?

EB: Inizialmente è stato per esigenza personale, è sempre stata la città del cuore, qui abitavano già alcuni amici. La bellezza di questa città è che è piena di attività artistiche e non, ed è molto facile spostarsi con i mezzi, o in bicicletta, a differenza di altre città europee. Le persone sono molto partecipative qui, è il luogo perfetto per progettare eventi: con un’amica, Julia, organizziamo serate di disegno Drawing Nights Berlin – ogni partecipante porta i propri strumenti per disegnare, drinks e cibo, da condividere con i presenti, ndr – purtroppo temporaneamente sospese per via del Covid.

CD: Come si sviluppano le tue giornate lavorative?

EB: Solitamente mi alzo molto presto, mi piace lavorare con la luce, dopo aver preso un caffè mi incammino verso lo studio. Abito a sud di Berlino nel quartiere di Neukölln e lo studio si trova a circa 1,5 Km, vicino al canale, una zona davvero magnifica. Condivido lo spazio di lavoro con altre due illustratrici, Elda Broglio e Diana Ruiz di Buenos Aires, e due amici di Bergamo, Giovanni che è un produttore musicale e il mio carissimo amico artista e Dj Alberto Guerrini, in arte Gabber Eleganza. Lavoro in studio tutto il giorno, in orari d’ufficio, dopo aver finito o torno a casa a cucinare qualcosa di sfizioso per i miei amici, o esco per un aperitivo sul canale.

CD: Dove ti piace cercare ispirazione?

EB: Traggo ispirazione da vecchie fotografie, letteratura e film. Quando ho un blocco creativo vado nei musei e osservo l’arte antica e contemporanea, mi aiuta a mettere in moto la creatività.

CD: Hai pubblicazioni con diverse case editrici, tra cui “viaggio in Italia” di Gianni Rodari per Einaudi Editori; come si realizza un libro illustrato?

EB: Ci sono vari modi per arrivare a pubblicare un libro, il più semplice è quello di presentare il portfolio ad un editore e sperare che ne nasca una collaborazione. È un processo lungo e ci vuole molta esperienza, è necessario avere un’idea e un testo per poi sviluppare lo storyboard, cioè la narrazione attraverso immagini e testo, suddiviso per pagine. Dopo aver concordato il contratto editoriale si procede con la finalizzazione delle tavole, può anche capitare che lo storyboard debba essere rivisto. A fine marzo pubblicherò il primo libro scritto e illustrato interamente da me per Little Gestalten: “We love pizza”.

CD: Credi che saresti riuscita a svolgere questa professione anche restando a Bergamo?

EB: Sì certamente, ormai con l’utilizzo d’internet è facile essere connessi con clienti da qualsiasi parte del mondo. Ma l’essermi trasferita mi ha dato l’opportunità di crescere umanamente e come professionista, quindi lo chiamerei un upgrade di vita.

CD: Quale lavoro sognavi di fare da bambina?

EB: Da bambina avrei voluto fare l’inventrice di cose, mi immaginavo con un camice bianco e i capelli tutti pazzi. La realtà di oggi è un po’ diversa ma mi posso ritenere un’autrice di immagini.

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