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San Pellegrino: rinasce la fabbrica dei sogni del Grand Hotel

Articolo. E intanto con l’Art Nouveau Week visite guidate (con prenotazione obbligatoria) al Grand Hotel e al Casinò dall’8 al 14 luglio

Lettura 2 min.
Il Grand Hotel di San Pellegrino Terme

Il 23 maggio del 1871 a Parigi, i comunardi appiccano l’incendio che letteralmente divora il palazzo delle Tuileries, l’antica residenza sulla riva della Senna dei sovrani di Francia e anche di Napoleone. Vanno letteralmente in fumo l’immensa facciata lunga oltre 266 metri e la grande cupola.

Il 27 luglio 1902, a San Pellegrino Terme, il Consiglio d’Amministrazione della “Società anonima delle Terme” delibera la costituzione di una nuova società, “La Società anonima dei Grandi Alberghi di San Pellegrino” presieduta dall’avvocato Cesare Mazzoni, con l’obiettivo di erigere sulle rive del Brembo un Grand Hotel in stile moderno”, cui furono chiamati a dare le forme del Liberty l’ingegnere milanese Luigi Mazzocchi e l’architetto Romolo Squadrelli, giovane ma già noto sul piano internazionale.

Forte di una rete già consolidata nell’imbottigliamento e nell’esportazione dell’acqua, il passo successivo per il lancio turistico di San Pellegrino è la “creazione” in Valle Brembana delle strutture e dei servizi di accoglienza atti ad attirare quella “civiltà termale” che trovava il suo ideale specchio nel gusto del Liberty e nei sogni sfavillanti e spensierati della Belle Époque.

Una innovativa ed efficace strategia di marketing fece il resto, tra massicce campagne pubblicitarie e la diffusione di scintillanti manifesti d’artista, considerate oggi vere opere d’arte Liberty.
Ma perché affiancare Parigi e San Pellegrino? È sufficiente confrontare le immagini del Grand Hotel e del perduto Palazzo delle Tuileries per trovare somiglianze così evidenti – nella maestosa struttura cupolata, nelle decorazioni di facciata e nei monumentali scaloni di ingresso – per sospettare che l’architetto Squadrelli e l’ingegner Mazzocchi si siano ispirati proprio al palazzo parigino per erigere in Valle Brembana uno dei gioielli assoluti del Liberty. Il dado è tratto: San Pellegrino diventa protagonista di un’epoca, regalando all’Europa il Grand Hotel e il Casinò.

Art Nouveau Week

L’occasione di ripercorrere l’avventura storica, sociale, architettonica, artistica e paesaggistica del Grand Hotel, ma anche di visitarne in anteprima agli interni a conclusione degli imponenti restauri che ora proseguiranno sulla facciata, ci è offerta dalla Art Nouveau Week, proposta dalla Cooperativa OTER – Orobie Tourism Experience of Real insieme a Infopoint, Comune di San Pellegrino e Italia Liberty.

Gli interni (restaurati) del Grand Hotel

Dall’8 al 14 luglio, ogni giorno in programma percorsi guidati al Grand Hotel, con qualche immancabile puntata anche al Casinò (8 e 13 luglio).

Fortuna, declino e rinascita

Il Grand Hotel, realizzato tra il 1902 e il 1904, è un colosso che occupa quasi 3.000 metri quadrati ed è circondato da un vasto parco. Si tratta di una costruzione di 128 metri di lunghezza, 7 piani e 47 metri di altezza al fastigio della cupola. La facciata è un tripudio Liberty popolato da statue, putti, festoni floreali e cariatidi. L’edificio è dotato di ascensori, luce elettrica, acqua potabile e telefono in tutte le oltre 150 stanze, ed è arredato in modo così sfarzoso da lasciare a bocca aperta gli aristocratici clienti.

Va da sé che presto il suo “libro degli ospiti” si affolla di grandi firme: la regina Margherita di Savoia, il compositore Mascagni, il generale Cadorna, i Nobel Montale e Quasimodo, le famiglie dello zar di Russia e di Re Faruk d’Egitto, Federico Fellini e la “Grande Inter” di Herrera. Tra gli ultimi ospiti, Dino Risi, che nel 1978 girò qui “Primo amore”.
Nel 1883 viene deliberata la demolizione delle ultime rovine del Palazzo delle Tulieries, cancellato dalla geografia urbana di Parigi. Nel 1979, dopo anni di gestione tanto, troppo costosa e faticosa di un’impresa così colossale, a San Pellegrino chiude i battenti il Grand Hotel.

Per decenni è stato testimone silenzioso di un’età dell’oro, ammantato da un fascino della decadenza che nulla ha tolto alla sua capacità di evocare la joie de vivre della Belle Epoque, che aveva trovato a San Pellegrino la sua culla ideale. In attesa, il Grand Hotel, di un progetto di recupero che immaginiamo quasi altrettanto impegnativo di quello della sua costruzione. E il momento è finalmente arrivato. Il Comune di San Pellegrino ce l’ha fatta. E presto scopriremo quale sarà il nuovo destino di una rinata fabbrica dei sogni.

Info

Prenotazione obbligatoria al tel. 0345.21020 o a [email protected]
Facebook, Instagram, Twitter @artnouveauweek

Sito Comune di San Pellegrino Terme

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