93FE310D-CB37-4670-9E7A-E60EDBE81DAD Created with sketchtool.
< Home
SPONSORIZZATO

Visitare il sogno Liberty del Casinò di San Pellegrino

Articolo. Il 28 e 30 luglio, e poi il 4 e 6 agosto, un viaggio guidato nella grandeur della città termale della Val Brembana

Lettura 4 min.
Casinò di San Pellegrino Terme (Michelangelo Oprandi)

Il Casinò di San Pellegrino? Un’icona europea della joie de vivre, storico simbolo di un’intera epoca, quella sfavillante del lusso e della spensieratezza della Belle Époque, e di un vero e proprio stile di vita: il Liberty.

Una città termale ideale, dove il ricco borghese sceglieva di villeggiare per tutta l’estate, punteggiando le zone panoramiche del territorio, come la Vetta, di ville Liberty. Al Grand Hotel, poi, approdavano da tutta Europa artisti, uomini politici, grandi imprenditori oltre a principi e rampolli di case regnanti: le regine Margherita di Savoia e Elena, il compositore Pietro Mascagni, il generale Luigi Cadorna, i Nobel Montale e Quasimodo, le famiglie dello zar di Russia e il Re Faruk d’Egitto. E ancora in epoca più recente: Federico Fellini e Dino Risi (che nel 1978 girò qui “Primo amore”), ma anche negli anni Sessanta la “Grande Inter” di Herrera.

Il pretesto, lo abbiamo capito, erano le cure ma la vera attrattiva erano la bella vita, i divertimenti e i tavoli da gioco del Casinò (che non a caso ancora oggi troneggia sull’etichetta che orna il collo delle bottiglie dell’acqua S. Pellegrino).

Per consentirci per un giorno di ritornare a questa età dell’oro, la Cooperativa OTER – Orobie Tourism Experience of Real propone quattro visite guidate da non perdere alla scoperta di storie, segreti e curiosità del Casinò di San Pellegrino:

28 e 30 luglio e 4 e 6 agosto, ore 9.30

È necessaria la prenotazione a [email protected] o telefonando all’ufficio turistico allo 0345.21020

Nell’attesa, proviamo a fornirvi un assaggio di quelli che furono gli X factor, noti e meno noti, che trasformarono San Pellegrino in un simbolo.

L’acqua

È l’acqua a innescare il cambiamento radicale dell’immagine di San Pellegrino e ad alimentare quella civiltà termale che fa diventare la Valle Brembana la culla ideale per lo stile Liberty e i lussuosi scenari della Belle Époque. L’acqua di San Pellegrino era nota sin dal Medioevo per le sue proprietà curative, ma la svolta arriva nel 1899 con la fondazione da parte dell’avvocato Cesare Mazzoni della “Società anonima delle Terme”, l’embrione di quella che oggi è l’azienda S. Pellegrino. La società fu tra le pioniere dell’imbottigliamento e dell’esportazione all’estero, tanto che già nel corso dell’anno successivo (1900), vengono prodotte 35.343 bottiglie di acqua minerale, di cui 5.562 vengono esportate. Nel 1905 l’acqua S. Pellegrino raggiunge anche il Sud America.

Il fiuto imprenditoriale

Parallelamente, la Società delibera anche la costituzione della “Società anonima dei Grandi Alberghi di San Pellegrino” con l’obiettivo del lancio turistico della cittadina, dotando la località di strutture ricettive e di intrattenimento adatte all’alta società: il presidente Mazzoni arruola l’ingegnere milanese Luigi Mazzocchi e il giovane architetto, già noto a livello internazionale, Romolo Squadrelli. A loro si deve il nuovo volto di S. Pellegrino. Ma nel frattempo tutta la popolazione, comprese le giovani donne, venivano formate per essere pronte ad offrire i migliori servizi di accoglienza. Ad accelerare il salto è anche una nuova, travolgente strategia di marketing, affidata soprattutto a massicce campagne pubblicitarie su riviste e quotidiani non solo locali, e alla creazione di manifesti e locandine d’artista, di impronta meravigliosamente Liberty, che oggi consideriamo opere d’arte.

Il sogno del Liberty

Il Liberty non era una semplice questione di gusto, né un movimento, ma una nuova visione del mondo, capace di permeare di sogno non solo l’arte e l’architettura, ma anche la cultura e le abitudini sociali.

S. Pellegrino diventa una fabbrica dei sogni, regalando all’Europa due gioielli assoluti del Liberty. Da un lato il Grand Hotel cupolato che troneggia sulla sponda del fiume, con una facciata di ben 128 metri impreziosita da statue, putti, festoni floreali e cariatidi. Un colosso di sette piani dotato di ascensori, luce elettrica, acqua potabile e telefono in tutte le 250 stanze, arredato in modo così sfarzoso da lasciare a bocca aperta gli aristocratici clienti. Nel novembre 1905 iniziò anche la costruzione del Gran Casino Kursaal di San Pellegrino su disegno di Romolo Squadrelli. Un capolavoro, con il suo fastoso e monumentale scalone, e il Palazzo Termale dalle sale riccamente decorate. Un modello di armonia progettuale cui lavorarono, oltre all’architetto Squadrelli, anche il genio del ferro battuto Mazzucotelli, il vetraio Beltrami, l’ebanista Quarti, lo scultore Vedani. Il risultato è un tourbillon di colonnati in marmo rosso di Verona, mosaici, balaustre, sculture allegoriche, lampadari in ferro battuto, vetri multicolori di rara eleganza, soffitti in legno scolpito con decorazioni in oro e bronzo.

Il piacere di vivere

Tutta la struttura del Casinò, dall’architettura esterna alle rigogliose decorazioni che fioriscono all’interno, è stata concepito come un nuovo tempio dell’evasione e del piacere di vivere. È così che, grazie alla ricerca condotta da Orietta Pinessi e Marta Midali, è stato portato in luce un sottile filo rosso che non doveva sfuggire all’ospite della Belle Époque: quell’allegoria del principio vitale dell’acqua che si intreccia con il tema dionisiaco (Bacco, dio dell’ebrezza, della danza, dell’abbandono e quindi dell’erotismo, delle feste e del divertimento) che si rincorre in tutto l’apparato decorativo. È così che insieme alla farfalla, simbolo di eterna giovinezza, di rinascita e rinnovamento, e alla celebre figura femminile della Primavera che si libra nel velario vitreo del soffitto della sala da gioco, tutto il Casinò è popolato di Menadi, Satiri, Sileni e Sirene.

Architettura e natura, ieri e oggi

A permeare il Liberty era anche il fascino dell’immersione panica nella natura. Un desiderio che si calava perfettamente nel territorio di San Pellegrino, ormai città da fiaba sospesa tra architettura e natura. Basta un’occhiata alla facciata del Casinò con le due alte torri che, se da un lato richiama il Casinò di Montecarlo di Charles Garnier, dall’altro è pensato da Squadrelli come uno straordinario inserimento ambientale dell’architettura, con la natura che si insinua e dilaga tra le due torri e tra le loro strutture “forate”.

Oggi questo intento rivive anche nel progetto del nuovo stabilimento San Pellegrino, già annoverato tra le fabbriche più belle del mondo – capolavori di design e architettura che diventano anche attrattive turistiche – secondo la classifica stilata dal sito TrucksandTrolleys.co.uk.

Ad aggiudicarsi il bando per la costruzione della nuova sede – produttiva ed espositiva – di San Pellegrino, sullo stesso sito dello stabilimento originale in cui si è imbottigliata acqua minerale a partire dal 1899, è stato lo studio di architettura Big-Bjarke Ingels Group, con sede a Copenhagen e New York. L’idea di fondo è di far assomigliare la fabbrica alla “versione acquatica di una cantina”. Il progetto in via di realizzazione, comprende e valorizza l’architettura dello stabilimento esistente, e poi si sviluppa integrandosi con il contesto naturale, tra passaggi ad arco, tunnel coperti, pergolati verdi, grandi volumi di vetro, che offrono scorci delle montagne circostanti.

Sito OTER