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Scoprire il mondo del Ramadan leggendo le persone come libri

Articolo. Un libro da leggere per andare oltre i luoghi comuni. Un libro che non è da sfogliare, ma da ascoltare e che non è di carta, ma di sorrisi e sguardi, per raccontare una delle più grandi festività della cultura islamica, lontano da generalizzazioni e stereotipi. La «Biblioteca Vivente – sezione Ramadan» promossa dall’associazione Fileo fa tappa oggi alle 16 alla Biblioteca Tiraboschi di Bergamo, domani alle 18.30 a Chignolo d’Isola e il 14 aprile alla stessa ora a quella di Presezzo

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Il Ramadan è appena iniziato, la notizia è rimbalzata tra telegiornali e stampa, per molti è solo il tendone bianco che viene montato nei pressi del Parco Goisis a Bergamo per offrire uno spazio di preghiera, ma forse pochi sanno davvero di che cosa si tratti. Per altri, il Ramadan è vedere colleghi e colleghe di lavoro che per trenta giorni non toccano acqua o cibo per tutta la giornata. «Ma guarda che se bevi un goccino non ti vede nessuno, dai, tranquilla» ha detto una collega a Bouchra Rafiq, bergamasca di origine marocchine arrivata in Italia a sette anni, oggi export manager per un’azienda della val Seriana.

Lei ride e fa segno con il dito verso l’alto: «C’è qualcuno là in alto che lo sa». «Ma neanche una caramella?» le hanno chiesto. «Niente di niente» risponde lei che, come tutti i piccoli musulmani, da ragazzina è stata avvicinata a questo percorso spirituale un poco alla volta. Un percorso che, in biblioteca, Bouchra cercherà di spiegare a chi sceglierà di andare oltre il pregiudizio o il luogo comune.

Biblioteca vivente. Un modo insolito di avvicinarsi all’altro

«Iftar condiviso» è il libro di Bouchra Rafiq, Ridha Ibrahim è l’autore di «N e non M», in riferimento alla consonante giusta con cui finisce la parola Ramadan, spesso confusa. Poi c’è Zoukari Asmae che presenta «Passo per passo» e Bouchra Gzouly che firma «Ce l’hai il calendario?». Quattro titoli, quattro autori e autrici bergamaschi, più un indice per avere un’idea generale del contenuto. Da oggi alle prossime due settimane questi libri si potranno “leggere” insieme ad altri nelle biblioteche di Bergamo e provincia in occasione della «Biblioteca Vivente – sezione Ramadan».

L’iniziativa è promossa dall’associazione Fileo in occasione della settimana dedicata al contrasto delle discriminazioni razziali, che quest’anno coincide con l’inizio del Ramadan e che farà tappa oggi alla Biblioteca Tiraboschi alle 16, per proseguire domani a Chignolo d’Isola alle 18.30 e a Presezzo il 14 aprile, sempre alla stessa ora.

Niente pagine da sfogliare però, e l’invito è non giudicare il libro dalla copertina. Non giudicarlo a priori senza conoscerlo, senza averlo “letto” e conosciuto, così come dovrebbe succedere con le persone; perché questo è proprio quello che accadrà durante gli appuntamenti della «Biblioteca Vivente»: sullo scaffale ci saranno delle cornici con le diverse copertine e a ognuna di esse corrisponderà qualcuno che sarà pronto a condividere che cosa sia il Ramadan, il mese sacro dei musulmani, a raccontare come lo vive, a rispondere a domande del “lettore” e ad andare oltre i luoghi comuni e le semplificazioni che spesso generano pregiudizi, in questo caso relativi alla religione praticata.

Oltre il pregiudizio. Un gesto che richiede un piccolo sforzo

«Avere pregiudizi è in qualche modo naturale: servono per “farci un’idea” di ciò che ci circonda senza ripartire tutte le volte da zero – scrive la sociolinguista Vera Gheno Ma occorre fare attenzione perché i pregiudizi non diventino soverchianti. La tendenza umana è quella, poiché a nessuno piace cambiare idea: cambiare idea richiede sempre un piccolo sforzo».

Uno sforzo che può essere giocoso. «Un incontro faccia a faccia per scoprire davvero come stanno le cose oppure una diretta Facebook come quella di Ridha Ibrahim – spiega Giancarlo Domenghini, coordinatore del tavolo di lavoro sulla «Settimana in contrasto alle discriminazioni razziali» – che durante tutto il Ramadan il giovedì e la domenica alle 17.30 sarà in streaming sulla pagina Tirafuorilalingua ” con un programma che ci accompagnerà alla scoperta di questo mondo e dei suoi protagonisti». A questo si aggiungono progetti come «I pregiudizi che siamo», in mostra fino a domani all’Abbazia di San Paolo d’Argon oppure consultabile online: un percorso di decostruzione dei luoghi comuni studiato dall’associazione ABCittà.

«Nessuno di noi può sottrarsi al ricorso, spesso inconsapevole anche nelle persone più attente, a stereotipi e pregiudizi – si legge nell’introduzione al progetto – Sono un modo per semplificare la realtà, ordinando persone, oggetti, eventi in categorie in base alla loro uniformità rispetto a modi di agire, intenzioni e atteggiamenti. Sappiamo che sono banalizzazioni, ma non possiamo evitare di ricorrervi: è un meccanismo di difesa ancestrale e per questo molto radicato».

Verso il Ramadan nelle parole delle persone che lo praticano

In tutto questo sono diversi i modi per avvicinarsi a qualcosa che non si conosce e su cui – forse – si hanno dei preconcetti. «In passato abbiamo lavorato anche con degli esperti di cultura islamica, che hanno fatto un’introduzione generale a questo mondo» continua Giancarlo Domenghini, ma le cose cambiano radicalmente quando si passa dall’approccio didattico a quello di condivisione di esperienze. «Sedersi davanti a qualcuno che ti racconta in prima persona la sua storia è una cosa completamente diversa – spiega Ridha Ibrahim – è tutto più vero, è vita vissuta».

Consultare una biblioteca vivente è tutto fuorché digitare «Ramadan» su Wikipedia per saperne di più. Ascoltare le storie di Ridha, Bouchra e Zoukari significa seguirli nella loro cucina e trovare una sedia attorno al tavolo apposta per te. Vederli controllare all’orologio che davvero il sole sia tramontato per poter bere un bicchiere d’acqua dopo una lunga giornata di digiuno, ma prima un dattero. Prima si mangia quello, ci si sciacqua la bocca e poi si prega, se si può tutti insieme.

Consultare un libro vivente significa capire davvero cosa significhi un generico «si mangia dopo il tramonto e prima dell’alba». Chi parla porta chi ascolta con sé davanti al frigorifero a notte fonda con gli occhi ancora un po’ stropicciati di sonno: è ora di mangiare qualcosa per riuscire poi ad avere l’energia per la giornata, poi si torna a dormire, forse. Ascoltare qualcuno che parla del suo Ramadan significa capire cosa c’è dietro , il senso della preghiera, del sacrificio che si trasforma in scelta consapevole, l’astenersi da pensieri negativi e da tutto quello che può nuocere al corpo. La sorpresa è scoprire quanto le persone si sentano bene, leggere, più tranquille, più connesse. Assaggi di mondo, mentre da fuori tutto quello che si vede è solo il digiuno.

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