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“Andrà tutto benino”: canzoni e disegni per provare a sorridere con Davide Toffolo

Articolo. Uno spettacolo post-Covid che parla di pandemia, attraverso la musica e le immagini del leader dei Tre allegri ragazzi morti. Ripensando a tutto ciò che è successo senza dimenticare che non è ancora finita

Lettura 3 min.
Davide Toffolo

“Andrà tutto benino”, cioè non proprio “bene”, anzi, così e così, per parafrasare il titolo del concerto/racconto di sabato 19 settembre a Edonè. Sul palco Davide Toffolo dei TARM, autore delle parole e delle immagini che racconteranno cosa è stato il confinamento, ma anche come le persone si sono (ri)scoperte – singolarmente e in quanto comunità – mentre si ritrovavano chiuse in casa, accomunate da una sola paura dell’ignoto. Una data che arriva come recupero del live in programma il quarto giorno di Diluvio Festival a Ome in provincia di Brescia, serata poi annullata per maltempo.

Durante il lockdown ho pubblicato delle strisce a fumetti dando voce al virus – spiega lui – e ho immaginato che fosse una sorta di personaggio che arriva in Italia e racconta quello che succede, commentando la modalità italiana di affrontare questa pandemia”.
Questa l’idea di base da cui è nato il progetto, che ci riporta direttamente alla memoria quei giorni di inizio marzo in cui, a poco a poco, il Paese si è chiuso.

Toffolo racconta come ha personalmente vissuto quel periodo: “Per alcuni aspetti è stato drammatico, per altri una condizione totalmente particolare. Ricordandolo adesso mi sembra di aver vissuto un’unica lunghissima giornata, che mi ha dato però la possibilità di avere una concentrazione altissima e tornare a vivere come quando ero un bambino e passavo tutto il giorno a disegnare. Mi sono anche affacciato al balcone la prima volta, insieme alle altre persone, perché mi sembrava emozionante, mi piaceva l’idea che ci fosse una comunità stretta attorno a una musica collettiva”.

Immaginandolo così, lo vediamo rientrare dal balcone e sedersi alla scrivania, prendere una matita fra le dita e iniziare a raccontare: “Non ho fatto solo le strisce sul Covid, ho finito la nuova storia dei Tre allegri ragazzi morti e abbiamo anche scritto una canzone, ’Quando’ collegandoci fra di noi. Tutte queste cose mi hanno aiutato a scandire le giornate e trovare una mia dimensione dentro la situazione che stavamo vivendo”.

Quell’appuntamento quotidiano con le strisce illustrate sulla pandemia piano piano ha iniziato a essere seguito da tante persone, che attendevano quei disegni capaci, con una semplice frase e una certa ironia, di evidenziare ogni giorno un aspetto peculiare del confinamento, delle reazioni delle persone, del modo in cui gli italiani hanno affrontato questa cosa. In questo modo il progetto di Toffolo è cresciuto nelle sue mani tanto da prendere la forma di un libro e uno spettacolo.

Le hanno seguite tantissime persone, anche molti bambini che hanno iniziato mandarmi i loro disegni e le loro interpretazioni del Covid e alla fine di queste pubblicazioni quotidiane, il 4 maggio, ho deciso di raccoglierle in un libricino autoprodotto, che poco dopo è diventato anche uno spettacolo dalla vena comica, con cui sorridere ripensando a quello che è stato, ma senza mancare di rispetto a nessuno”.

Una delicatezza che Toffolo sente soprattutto con l’avvicinarsi della data bergamasca, come racconta: “Bergamo è stato uno degli argomenti delle mie strisce ed è ovvio che penso a questo concerto in maniera particolare. Da voi è successa una cosa completamente diversa. Questo spettacolo vuole essere un modo per raccontare come la nostra cultura ha incontrato questo dramma che, ben inteso, non è ancora finito”.

Provando a chiedere a Toffolo qual è il suo giudizio finale risponde: “Prima di tutto è un’emergenza che stiamo ancora vivendo e non riesco ad avere un giudizio vero su quello che è successo. Ho dei pensieri e si concentrano sul fatto che questa è una cosa di portata mondiale che sta cambiando le nostre modalità di vivere, relazionarci e lavorare”.

È innegabile infatti che da musicista e fumettista, Toffolo sia stato toccato anche dalla preoccupazione relativa a come si sta intervento sulla cultura e sugli eventi in questo periodo. “Durante il lockdown le priorità erano altre, ma poi il problema delle date e dei concerti che saltavano è diventato concreto e, come per altri settori, c’è stata una questione lavorativa da valutare. Appena possibile, insieme ai Tre allegri ragazzi morti abbiamo cercato modalità ’altre’ per esibirci, cercando quale fosse la più funzionale ma, sinceramente, mi dispiace vedere situazioni legate ai concerti soggette a tutele molto forti e stringenti, che sono assolutamente comprensibili, ma stonano di fronte a situazioni quotidiane in cui si perde completamente il controllo. È contraddittorio, non c’è una modalità uguale per affrontare tutte le situazioni e mi spiace perché fino ad ora ho visto che il pubblico dei concerti si è rivelato essere uno dei più rispettosi”.

Seduti al proprio tavolo, quindi, sabato sarà possibile rivivere tutto questo e provare a scherzarci su, con due consapevolezze. La prima è che non mancheranno i brani dei Tre allegri ragazzi morti, altri del Pan del Diavolo e altri ancora scritti da Toffolo con Adriano Viterbini dei Bud Spencer Blues Explosion, perché come spiega Davide: “Sono tutti brani che già nella loro genesi contengono esorcismi contro le difficoltà della vita”. La seconda è che non finisce qui, come spiega l’autore: “È quasi certo che ricomincerò a raccontare i tic italiani. Mi è piaciuto affrontare questa dimensione di indagine della realtà quasi giornalistica e ho già un altro progetto in mente”.

Ingresso con prenotazione obbligatoria, biglietto 7 €. Dettagli sull’evento Facebook della serata.

Pagina Facebook Diluvio Festival

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