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Qualche domanda (e qualche risposta) sul Coronavirus

Guida. Un buon modo per stare calmi di fronte all’emergenza in corso è quello di essere informati sugli aspetti fondamentali e consapevoli su come comportarsi

Lettura 3 min.

Il Coronavirus COVID-19 sta creando parecchio panico in tutto il Paese e in particolare qui in Lombardia. La direttiva regionale che ha chiuso la maggior parte dei luoghi di assembramento da un lato è stata una misura necessaria, ma dall’altro ha inevitabilmente aumentato la sensazione di insidia con risvolti paranoici rispetto a un fatto che, come dicevamo ieri, è serio, non va sottovalutato, ma non è tragico.

Fra fake news, bias cognitivi e paura di morire per il virus o di fame tanto da assaltare i supermercati (che, lo ricordiamo, non sono e non saranno chiusi) la situazione è di estrema tensione emotiva. Fortunatamente non per tutti: la maggior parte delle persone sta tenendo un atteggiamento corretto, seguendo le direttive del Ministero della Salute. Dunque pensare che là fuori chiunque sia impazzito non è un buon approccio alla questione e forse se qualcosa di “buono” sta facendo il COVID-19 è fare affiorare i nostri limiti emotivi e la nostra (a volte errata) percezione del mondo. Sfruttiamo ciò che stiamo vivendo per lavorarci poi, staremo meglio tutti.

Intanto però ci vuole moderazione, buonsenso e una consistente dose di fiducia verso le istituzioni e i professionisti che in questi giorni stanno facendo di tutto per arginare la diffusione di Coronavirus.

Intanto eccovi qualche risposta a una manciata di domande che magari vi siete fatti solamente fra voi e voi perché, parafrasando Woody Allen, non avete osato chiedere. Quello che leggerete da qui in poi si deve aPaolo TuttoTroppo, una di quelle pagine intelligenti di Facebook che combatte la distorsione della realtà a cui spesso siamo soggetti (in fondo trovate anche delle fonti di approfondimento). Molto utile è stata anche questa scheda di Corriere della Sera.

Di Coronavirus si muore? Sì, certo, ma il COVID-19 ha una mortalità da non prendere sottogamba che però non è così letale. A Wuhan, dove c’è stato il primo focolaio, la mortalità è del 2%. In altri paesi dello 0.1-0.3%. Siamo ai livelli del morbillo. In Cina la percentuale è più alta perché come accade spesso nei regimi si è tenuta la notizia nascosta e il lavoro di contenimento è partito in ritardo.

Chi rischia di più? Gli anziani (nel 14.8% dei casi le persone decedute sono ultra ottantenni), soprattutto se vittime di altre patologie: oncologiche, cardiovascolari etc. I soggetti sani hanno un indice di mortalità dello 0.9% (vedi tabella). Una letalità bassa.

E i bambini? La mortalità di Coronavirus scende in proporzione all’età. Ad oggi non ci sono morti bambini dagli 0 ai 9 anni.

Come avviene il contagio? Attraverso il naso e la bocca: parlando, respirando, tossendo o starnutendo. La trasmissione avviene a meno di due metri di distanza fra una persona e l’altra. Ci si può infettare anche dopo avere stretto la mano a una persona contagiata, portandosi le mani al naso e alla bocca. Tuttavia se siamo vicini a una persona infetta non è detto che il contagio avvenga automaticamente.

Cosa succede se contraggo il virus? Cominciamo a dire che in alcuni pazienti il Coronavirus è asintomatico, cioè non manifesta sintomi. Può essere interpretato come una semplice influenza (80% dei casi) e manifesta febbre, tosse, mal di gola, dolori muscolari. Ma pure, in maniera statisticamente minore, congiuntiviti, diarrea e disturbi intestinali. La pericolosità del virus si deve anche alla profondità dell’inalazione, fino a causare bronchiti, polmoniti con gravi insufficienze respiratorie e insufficienza renale. In questi casi può essere letale.

Allora come lo distinguo da una normale influenza? Se vi manca l’aria conviene sentire il vostro medico curante, così come se siete stati in contatto con persone che hanno contratto il virus o di cui si ha il sospetto di un contagio.

Che cosa devo fare a quel punto? C’è un solo metodo per capire se siete affetti da COVID-19: il tampone faringeo, che viene fatto negli ospedali del territorio – attenzione agli sciacalli che vi suonano al citofono per proporvi di fare il tampone: sono malfattori. Il personale valuta se dovete essere sottoposti al tampone, che è un cotton fioc inoculato in gola per raccogliere il muco. È identico al tampone per le infezioni batteriche delle tonsille.

Ma quando finirà? Non lo sappiamo. Il Coronavirus, come l’influenza e il raffreddore, si diffonde maggiormente d’inverno. Con il caldo e un clima secco la diffusione potrebbe diminuire.

Quali sono i motivi di pericolo? Prima cosa: il Coronavirus è un ceppo nuovo di cui non abbiamo un vaccino né una cura sicuramente efficace. Siccome si diffonde velocemente c’è il rischio di un’epidemia incontrollabile. Per questo è meglio seguire strettamente le indicazioni del Ministero della Salute.

Ma gli ospedali sono in grado di affrontare l’emergenza? Attualmente sì. Ma secondo gli studi del Centre of Disease Control of China il virus richiede il ricovero nel 18,5% dei casi. L’Italia ha circa 8000 posti letto per la terapia intensiva, di conseguenza un’epidemia di 43 mila persone metterebbe in ginocchio il sistema sanitario. Per questo è necessario che tutti collaboriamo, senza fare gli eroi e senza vivere il momento come uno psicodramma.

Cosa posso fare quindi? Lavarsi le mani spesso e accuratamente. Non starnutire in faccia alle persone (è anche una questione di educazione). Evitare i luoghi affollati. Se avete il sospetto di essere contagiati non andate al pronto soccorso (contagereste persone con altri disturbi) ma chiamate il 118, il 112 o il numero speciale 1500. Inoltre mettetevi in quarantena volontaria: andare al lavoro malaticci è esattamente quello che non dovete fare. E infine seguite i protocolli che vi verranno comunicati.

E se tocco una superficie infetta? Gira uno studio che afferma come il virus possa sopravvivere nove giorni. È inesatto: il virus nell’ambiente fa molta fatica a sopravvivere e perché ciò avvenga deve essere presente in grande quantità. Può succedere che qualcuno contagiato starnutisca su un oggetto depositando così il virus. Ma è improbabile che il contagio avvenga toccando l’oggetto e poi portandosi la mano alla bocca o al naso.

Tutto chiaro? Bene. Ve lo abbiamo scritto sopra ma ve lo ripetiamo anche qui: prima di tutto calma e buonsenso.

Qualche link interessante:
Il primo grande studio sul coronavirus ne conferma la bassa letalità
Coronavirus disease (COVID-2019) situation reports

Approfondimenti