93FE310D-CB37-4670-9E7A-E60EDBE81DAD Created with sketchtool.
< Home

Chi sono Le Solite al Solito, come la pensano, cosa stanno facendo

Intervista. “Affidarsi al sapere e all’autorità di altre donne, in scambio e relazione”. Il gruppo di giovani donne è stato molto attivo a Bergamo negli ultimi tempi. Concentrando la propria attenzione su artiste e pensatrici. Qualche domanda a Francesca Bolazzi per capirne di più

Lettura 4 min.
(Carmen Cangiano live durante Le Solite al Solito questa estate al GATE)

Le Solite al Solito sono una delle cose più interessanti sorte a Bergamo negli ultimi tempi. Prima una tre giorni di musica al GATE del Parco della Malpensata – la scorsa estate, evento di lancio del gruppo. Poi una serie di appuntamenti fra concerti e incontri di riflessione su temi come il femminile, il femminismo, la genealogia femminile e tutto quanto può essere analizzato secondo queste visioni del mondo.
Domani (13 febbraio) Le Solite al Solito ospiteranno all’Ink Club le Ginger Bender, duo milanese dal suono folk, funky, groovy ed elettronico. Abbiamo parlato de Le Solite con Francesca Bolazzi, una delle teste pensanti de Le Solite.

LB: Com’è nato Le Solite al Solito?

FB: Nel mezzo di una risata. Fantasticando di cosa fare o non fare all’interno di un festival femminile estivo di concerti, teatro, laboratori e incontri. Nasce mentre ammettiamo, con ironia, il desiderio incorreggibile di fare, condividere, imparare. Siamo quattro giovani donne: con me ci sono Giulia Spallino del circolo Arci Ink Club, Carla Coletti della cooperativa Generazioni Fa e Stefania Ravanelli di Spazio Gate. Ognuna di noi ha portato all’interno della realtà in cui lavora la proposta di sostenere il progetto Le Solite al Solito e così è stato. Ne è nato un cartellone di eventi e incontri aperti a tutte e tutti, per parlare di tematiche sociali e produzione artistica con il punto di vista e pensiero femminile.

LB: Che tipo di femminismo è il vostro?

FB: Le Solite al Solito è un progetto nuovo dove si incontrano realtà e persone per vocazione molto inclusive, Arci, cooperative, un’associazione… e non necessariamente tutte si sono occupate di femminismo o tematiche femminili fino ad oggi. In questo contesto direi che una delle cose più interessanti per noi è proprio questa, sul tema e sulle opinioni personali stiamo mettendo in tavola le nostre riflessioni. È tutto costantemente in discussione ed è una delle cose migliori che accadono in questo progetto.

LB: Quindi non c’è un vero e proprio pensiero comune.

FB: La filosofia che personalmente mi ispira è quella della Differenza, da cui ho e abbiamo appreso l’importanza fondamentale del partire da sé e dello stare in relazione con altre. Stare nella genealogia femminile – come ci ha spiegato la studiosa della storia delle donne Emiliana Losma nel nostro primo incontro – offre descrizioni altre della realtà, significati e simboli differenti. Sappiamo bene che la descrizione delle cose del mondo, per come le impariamo, è una descrizione di tradizione prevalentemente maschile. Scavare nella storia delle donne e studiare la differenza femminile offre una nuova lettura della realtà che a quel punto non è più parziale. Carla Lonzi dice “la differenza della donna sono millenni di assenza dalla storia. Approfittiamo della differenza” … noi ne approfittiamo!

LB: Ci sono differenze con le altre realtà bergamasche si occupano di femminile e femminismo?

FB: Non saprei dirti in quali modi ci “differenziamo” dagli altri gruppi femminili o femministi bergamaschi. Il desiderio che ci muove è lo stesso. Ti so dire cosa ci accomuna, tutte: ci siamo. Per età, formazione, contesti quotidiani diversi non abbiamo ancora avuto occasione di incontrare tutte le realtà presenti sul territorio, abbiamo però molta stima di quelle che conosciamo e del lavoro che le donne di Bergamo fanno in favore delle altre.

LB: A Bergamo su questi temi c’è molto fermento…

FB: A proposito mi viene in mente Lia Cigarini, giurista, autrice e filosofa, che dice giustamente: “la cosa veramente importante per una femminista, che sia italiana, austriaca, australiana, americana o marocchina, non è il femminismo. È importante invece e soprattutto che ci sia libertà per ogni donna che viene al mondo, libertà di pensare e di agire in rispondenza ai suoi desideri e, prima ancora, libertà di desiderare senza misure stabilite da altri”.

LB: Quindi concerti ma anche momenti di riflessione con realtà neo-femministe come Rebel Architette. Come lavorate a questi eventi?

FB: Per la stagione invernale attualmente in corso siamo io e Giulia ad occuparci delle nostre ospiti. Lei per selezione musicale, io per gli incontri. Per la rassegna estiva invece, che faremo anche quest’anno e che comprende teatro e laboratori, anche Carla e Stefania sono nella direzione artistica. In questi ultimi mesi ognuna delle artiste che sono salite sul palco delle Solite ha portato progetti molto differenti uno dall’altro. Dal funk, al rock passando per l’elettronica sperimentale fino al classico acustico chitarra voce. HÅN, Technoir, Shantih Shantih, Viola Fuel, Ella Codesta, Ginger Bender, Maya Hall. Una scoperta dopo l’altra. Sono molto soddisfatta delle scelte fatte da Giulia. Per gli incontri invece devi sapere che ho avuto la fortuna, e anche la volontà, di incontrare molte donne e realtà più e meno note del femminismo Italiano, sia storico che contemporaneo, neo-femminista come dici tu.

LB: Qualche esempio?

FB: Libreria delle donne di Milano, RebelArchitette, Labodif, Rete delle Città Vicine, Mag di Verona, Diotima Filosofe. Ho conosciuto moltissime donne che si occupano di ogni tipo di progettualità e attività, negli ambiti più disparati: giornaliste, dirigenti, filosofe, maestre, psicologhe, architette, fotografe, registe, operatrici sociali, sindache, sindacaliste e suore… Si è parlato di politica, scienza, religione, filosofia, architettura, storia, governance, accoglienza, cibo, cura, sessualità, cooperazione, cinema, microcredito, marketing, finanza, biotecnologie, internet…. Portare a Bergamo queste esperienze e questa conoscenza mi è sembrato necessario.

LB: Mi pare di capire che alla base ci sia una volontà rinnovata di affrontare la questione femminile.

FB: Quando si parla di femminismo non si parla solo di difendere le donne in una posizione di svantaggio rispetto al maschile, tutt’altro. Si tratta di affidarsi al sapere e all’autorità di altre donne, in scambio e relazione e di stare dalla parte delle donne. È una postura. Si tratta di sapere che è proprio nella differenza femminile che si trova la risorsa per il cambio di civiltà. Non posso nominare tutte le persone che ho incontrato in questi anni perché sono troppe. Ne nomino una, AdaMaria Rossano, psicologa e dispensatrice di libri, che mi ha portata alle altre e che per questo ringrazierò sempre.

LB: Ad ogni vostro evento è possibile donare un libro al fondo librario La Città dei Mille…

FB: La Città delle Mille nasce come il nome di una raccolta di testi di autrici e diventerà presto il nome dell’associazione che si occupa di promuovere il progetto. Insieme ad altre giovani donne, desideriamo creare un fondo librario che rimarrà alla città, che crescerà negli anni e nel quale sarà possibile trovare testi di autrici in ogni ambito di studio e ricerca. Un fondo librario di genere che sia risorsa per l’approfondimento della genealogia femminile e la storia del pensiero delle donne. Abbiamo ricevuto grande supporto fino ad ora, siamo a centottanta testi circa e ci sono donatrici e istituzioni “famose” come l’attivista Vandana Shiva, la scrittrice Bergamasca Giusi Quarenghi, Udi – Unione Donne Italiane e Il Centro delle donne di Bologna, la seconda più grande biblioteca di genere in Europa, la prima è ad Amsterdam.

LB: Oltre al live di Ginger Bender sabato ci sarà un altro evento che ti vede coinvolta: “L’Ecofemminismo e il Mondo”, ci vuoi dire qualcosa di più?

FB: È un ciclo di incontri promosso da Legambiente Bergamo, Donne per Bergamo Bergamo per le Donne, La Città delle Mille e Politeia – laboratorio donne e politica. Sono quattro incontri nei quali si approfondirà la relazione che esiste tra ecologia e femminismo, tra lo sfruttamento delle risorse, dell’ambiente e quello agito sulle donne nella società. Ci saranno professioniste e studiose che hanno fatto la storia dell’ecofemminismo in Italia, parlamentari, attiviste e autrici che ci racconteranno il percorso di “una rivoluzione necessaria” avvenuta dalla fine degli anni Settanta a oggi (a fianco l’evento con tutte le info). È un argomento nuovo anche per me e sono molto curiosa!

Pagina Facebook Ink Club

Approfondimenti