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Linda Napolitano, “La cura con cui ci trattiamo fa bene anche alla società”

Articolo. La videolezione della docente di Verona co-autrice di un libro a più voci sulla pandemia

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Nel “Carmide” di Platone, Socrate riporta le parole che egli aveva udito da un medico trace, secondo il quale “molte malattie sfuggirebbero ai medici greci, perché trascurano il tutto, di cui bisognerebbe aver cura; e se il tutto non sta bene, è impossibile che la parte stia bene. […] Bisogna dunque curare l’anima in primo luogo e in massimo grado, se vuoi che anche le condizioni della testa e del resto del corpo siano buone”.

Questa cura dell’anima avverrebbe poi mediante degli “incantamenti” che consistono “nei bei discorsi”: “In seguito a tali discorsi appare nell’anima l’assennatezza, per la comparsa e la presenza della quale è poi più facile procurare la salute e alla testa e al resto del corpo”.

Avrà per titolo “Cura socratica di sé come esercizio di libertà e benessere della polis” la videolezione che Linda Napolitano presenta qui sotto, per il XXVIII Corso di Filosofia dell’associazione Noesis (informazioni sulle modalità di iscrizione su noesis-bg.it).

Ordinario di Storia della filosofia antica all’Università di Verona, Linda Napolitano ha fondato presso lo stesso ateneo, insieme ad alcuni colleghi, il centro di ricerca “Asklepios – Filosofia, cura, trasformazione”; con Carlo Chiurco ha anche curato il recente volume “Senza corona. A più voci sulla pandemia” (QuiEdit, pp. 192, 18,50 euro).

Da molti anni – spiega la studiosa – cerco di applicare il concetto tipicamente socratico della ‘cura di sé’ in gruppi di discussione aperti agli operatori sanitari. Qui il termine ‘cura’ non sta a indicare un approccio clinico con cui si cerca di rimediare ai danni arrecati da una malattia: si tratta invece di scoprire e valorizzare le risorse interiori delle persone, aiutandole a vivere in modo più libero e a migliorare le loro relazioni con gli altri”.

Non c’è il rischio – domandiamo – che questa “cura di sé” proceda in chiave egoistica, disinteressandosi del mondo circostante? Che si riduca a un corrispettivo spirituale di un massaggio o di un trattamento termale? “Quando Michel Foucault decise di approfondire il tema della ‘cura di sé’, nei corsi che teneva al Collège de France – risponde Linda Napolitano – gli fu appunto rivolta l’accusa di ‘dandismo morale’. In realtà, la cura di sé – socraticamente intesa – non coincide affatto con una fuga dal mondo, con una sorta di ripiegamento del soggetto sulla propria interiorità. Vale esattamente l’opposto”.

Guarda qui sotto l’intervento di Linda Napolitano:

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