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NaturalmenteCre, cioè il Cre con gli animali (di cui prendersi cura)

Articolo. Marianna Chemollo ha sempre sognato di fare la veterinaria, cioè il “dottore degli animali”. Ogni estate, ormai da nove anni, organizza un Centro ricreativo estivo nella natura a Basella di Urgnano

Lettura 4 min.

È nata in città, da cittadini DOC, ma si definisce “contadina dentro”. E si capisce subito il perché. La mia telefonata con Marianna Chemollo, medico veterinario, viene interrotta più volte dal chicchirichì di un gallo. Chemollo mi chiede scusa: nella sua azienda agricola a Basella di Urgnano scorrazzano più di centocinquanta animali, tra oche, galline, cavalli, pecore e pure un maiale. La natura non sta mai zitta, nemmeno durante le interviste.

Chemollo fa la veterinaria dal 1997, o meglio, il “dottore degli animali”, come la chiamano i bambini di Urgnano. Quando è diventata mamma, non ha potuto fare a meno di crescere il suo Amos Michele tra cani, gatti e cavalli sportivi. E proprio grazie ad Amos Chemollo ha dato vita al progetto che ama di più: un Cre nella natura. “Quando mio figlio aveva sei anni, l’idea di dover lavorare tutta l’estate e non poter stare con lui mi rattristava. Allora ho deciso di attivare un piccolissimo Cre con sei bambini, per di più suoi compagni di scuola, così che lui potesse passare qualche giorno in compagnia al verde, nel parco del fiume Serio, con un educatore”.

Il Cre ha preso il nome di NaturalmenteCre. Gli amici di Amos se ne sono innamorati. Così, Marianna Chemollo l’ha riproposto, sempre più ricco, per ben nove anni. Tra il 28 giugno e il 30 luglio, il centro equestre Gaia Electra, in collaborazione con la ASD Italian Style Equestrian School, ha accolto più di cento persone, dai tre ai quindici anni.

Quando si è accorta che il progetto cresceva, Chemollo ha cercato collaboratori che come lei amassero i bambini e la natura. Il suo braccio destro è oggi Laura Saccomandi. Insegna musica alla primaria Sacra Famiglia di Martinengo e dirige un coro di persone disabili ad altissimo livello. Tra Chemollo e Saccomandi, basta uno sguardo per capirsi. Il team del NaturalmenteCre ha accolto anche una componente maschile: Stefano Facheris, ideatore dei giochi.

Quest’anno, dopo essersi assicurati che tutte le norme anti-Covid venissero rispettate, Chemollo e i suoi collaboratori hanno affidato un compito a ciascuno dei partecipanti. Perché le cose belle si possono fare solo se si lavora tutti insieme. “L’unico modo per essere soddisfatti è quello di poter condividere”, è convinta la dottoressa.

I ragazzi più grandi sono stati investiti del ruolo di workers e si sono occupati del mantenimento del verde, della cura degli animali, ma anche della preparazione di laboratori e attività per i più piccoli. Dalla danza al teatro, dalla botanica alla zoologia.

I piccoli credono che i workers siano capaci di “cose magiche”. E hanno ragione. Nelle settimane di NaturalmenteCre, i ragazzi più grandi hanno limato il legno, hanno creato ambienti naturali su plastici. Hanno accompagnato i bambini nell’antico Egitto, a Roma e a Honolulu, travestendosi a tema ogni venerdì. Hanno costruito anche un percorso sensoriale, fatto di sassi morbidi e acuti, paglia e rametti.

Tra i workers c’è anche chi è stato bambino, quando Chemollo ha organizzato i primi Cre. “Amos e i suoi compagni sono cresciuti, ma hanno sviluppato rapporti che hanno una certa consistenza, basati su molte ore trascorse insieme, alla ricerca del bello e dell’apprezzamento di quello che ci circonda”.

Chemollo non ha dubbi: la pandemia ci ha tolto molte cose, ma ha anche insegnato a qualcuno di noi ad amare e ad apprezzare ciò che ci sta vicino. “Il filo conduttore della nostra esperienza è prendersi cura: di sé, degli altri bambini, dell’ambiente, degli animali. L’altro filo conduttore è il rispetto. Diamo ai bambini poche regole che però girano tutte attorno a questa parola: io posso fare tutto nel rispetto delle altre persone, dell’educatore, dei miei compagni. Non posso disturbare gli animali o distruggere le cose o danneggiare l’ambiente”.

Per prendersi cura dell’ambiente e rispettarlo, bisogna prima di tutto conoscerlo. Molti di noi storcerebbero il naso alla vista di un ragno o di un rettile. Un collaboratore, Roberto Ghilardi, ha insegnato però ai bambini che “la conoscenza è alla base di qualsiasi interazione”. Come si fa ad avere paura di qualcosa se non la si conosce? Ghilardi ha spiegato che i serpenti hanno più paura di noi di quanto noi possiamo averla di loro.

L’apicoltore Fabio ha invece introdotto i bambini all’organizzatissimo mondo delle api. Ci sono api che vanno a nord, altre che sciamano a sud. Poi si ritrovano tutte, scambiano le informazioni, guidano le altre api nel posto che considerano migliore, tengono la loro regina al sicuro.

Quando Fabio ha parlato di api, i bambini sono rimasti a bocca aperta. Poi hanno ascoltato la storia delle pecore bergamasche, che qualche anno fa davano latte, carne e lana agli abitanti della provincia, mentre oggi sono quasi in via di estinzione.

Chiedo a Chemollo se qualche bambino già pensa di seguire le sue orme, in futuro. Lei ride, dall’altro capo del telefono. “Mi capita ogni tanto di avere qualche cavallo ricoverato, faccio le visite durante il giorno”, mi racconta. “Tutte le volte, mi ritrovo quaranta bambini attorno in silenzio religioso perché sanno che può essere pericoloso fare rumore. Allora stanno a guardare, e mi dicono di voler fare i veterinari”.

Tra gli appassionati di natura e animali ci sono anche i figli di Chemollo. Amos, il primogenito, si occupa dei bimbi più piccoli ma anche di tutta la modulistica necessaria in periodo Covid. Ha ereditato dalla mamma la precisione maniacale. Saul, sei anni, guarda il fratello lavorare e gioca con i compagni. Alla famiglia si è unito da tre mesi un bambino di un anno, in affido preadottivo. Chemollo sta già pensando a come renderlo partecipe del NaturalmenteCre. “L’anno prossimo faremo il gruppo del nido, ho già trovato la persona che se ne occuperà”, dichiara fermamente.

Nella sua esperienza come coordinatrice, Chemollo ha avuto più volte a che fare con ragazzini psicotici, bambini con la distrofia, o provvisti di certificazioni varie a livello comportamentale. Non si è mai persa d’animo. Ha sempre chiesto aiuto a genitori e educatori per fare sì che le giornate del Cre potessero essere più liete possibili per tutti.

D’altronde, ciò che ha imparato Chemollo a Basella di Urgnano, è che per fare un buon lavoro, di qualsiasi tipo, serve tanta dedizione. E anche tanto amore. “Abbiamo piantato oltre venticinquemila alberi nel corso di questi anni”, mi rivela. “Io penso che dobbiamo restituire all’ambiente quello che gli abbiamo sottratto: dobbiamo fare tutto il possibile per poter richiamare gli animali, per poter dare loro un rifugio, per poter purificare l’aria che sporchiamo”.

Quando parla, Chemollo è un fiume in piena. L’hanno cresciuta le suore orsoline e le hanno insegnato a non fermarsi mai. L’esperienza del Cre è appena finita e già si è lanciata in un altro progetto: l’HorseCamp, un campo estivo pensato per gli adolescenti che vanno a cavallo. Lo schema è sempre lo stesso: la cura, il rispetto e prima di tutto la conoscenza. “Chi va a cavallo deve sapere come prenderlo dal box, spazzolarlo, sellarlo. Daremo anche qualche lezione di medicina veterinaria”. Insomma, guai a chi arriva in maneggio sperando di trovare il cavallo già pronto!

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