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Streammare su Twitch, la piattaforma streaming da conoscere

Articolo. Milioni di utenti, miliardi di ore di streaming e un tam-tam mediatico che passa soprattutto attraverso i social stanno trasformando la stream tv Twitch in un fenomeno-passatempo antinoia

Lettura 4 min.

Chi pensa che questi giorni di reclusione casalinga portino una moltitudine di ragazzi e giovani uomini ad annoiarsi davanti alla televisione probabilmente si sbaglia di grosso. È molto più facile immaginarli davanti al pc o allo smartphone, connessi su Twitch e intenti a guardare una sfida a FortNite, League of Legends, Call of Duty o Fifa, fra streamer di livello.

Sono milioni, infatti, le persone che ogni giorno si connettono a una delle piattaforme di streaming più conosciute al mondo, per condividere epiche battaglie e scoprire i trucchi del mestiere dei gamer più incalliti e vincenti. Dallo scorso marzo, Twitch ha avuto un boom di visualizzazioni inaspettato con l’ingresso in campo di tantissimi sportivi e personaggi pubblici che, costretti a casa, hanno acceso le videocamere e si sono messi a streammare.

Per capire bene il fenomeno, innanzitutto, bisogna considerare che i gamer garantiscono una certa professionalità. Qui, infatti, non si tratta di osservare giovinetti su una sedia da scrivania che videogiocano per passare il tempo, ma di entrare virtualmente in camerette attrezzatissime con poltrone professionali, sistemi per ottimizzare l’audio e videocamere multiple per mostrare tutte le fasi del gioco. Il tutto unito al movimento di mani e piedi del giocatore, mentre sullo sfondo campeggiano i gadget dei propri beniamini pronti all’acquisto esattamente come fossero le maglie di un calciatore.

Twitch non è un gioco. O meglio lo è fino a quando le ore di streaming non iniziano a diventare – per così dire – “importanti” e sale l’interazione con il pubblico che, in diretta, durante la partita scrive, chatta e chiede risposte. In un momento in cui gli avvenimenti sportivi sono tutti sospesi, gli e-sports, le loro stelle e la possibilità di “parlare” direttamente con loro, stanno conquistando anche gli animi più scettici.

Un dato su tutti: i portali Streamlabs e Stream Hatchet hanno calcolato e diffuso l’analisi delle ore di visualizzazione su Twitch, che sono passate in un mese (da febbraio a marzo 2020) da 978 milioni a poco più di 1,2 miliardi, superando di misura le piattaforme concorrenti, come Youtube e Facebook gaming e Mixer.

Hai detto Twitch?

Partendo dall’a-b-c, Twitch è una piattaforma di live streaming di proprietà di Amazon, ormai divenuta la più grande piattaforma di streaming al mondo dedicata ai videogiochi e agli e-sports. Come buona parte delle storie digitali di successo è nata in sordina, nel 2007, come spin off di justin.tv, televisione online creata da Justin Kan e Emmett Shear. La sezione dedicata ai videogiochi di quel sito è cresciuta così tanto da diventare autonoma nel giugno 2011: nel 2014 viene acquistata da Amazon per 970 milioni di dollari e proposta a tutti gli abbonati Prime.

Vedere, giocare, parlare

Non è necessario essere iscritti a Twitch per vedere le sfide online. È sufficiente navigare su https://www.twitch.tv o scaricare l’app e lo stream ha inizio; anche se così non è possibile entrare nelle chat e commentare, né creare una lista di canali preferiti. Dopo l’accesso alla piattaforma il funzionamento è chiaro: in alto si trova una selezione di live con i video-giocatori in diretta in quel momento, subito sotto una prima selezione di canali e categoria che “potrebbero piacerti” e, ancora più sotto la sezione “Quattro chiacchiere”. Una delle attività principali della piattaforma, infatti, è quella di creare forum di confronto fra giocatori e appassionati che possono incontrarsi virtualmente e dialogare fra loro praticamente di ciò che vogliono. Solo nel 2018 Twitch ha registrato l’invio di 18,2 miliardi di messaggi fra gli utenti.

Affiliati, star e professionisti

Ovviamente, i migliori streamer con Twitch ci guadagnano e, in alcuni casi, giocare diventa un vero e proprio lavoro. Twitch divide i creatori di contenuti in due categorie: “affiliati” e “partner”. I primi hanno un canale con almeno 50 follower, 8 ore di streaming pubblicati in almeno sette giorni diversi e una media di tre spettatori per ogni streaming. Per i partner le ore di streaming salgono a 25 in almeno 12 giorni diversi e con una media di 75 spettatori. Questa la trafila burocratica per i comuni mortali, mentre chi è già un personaggio pubblico può sbarcare sulla piattaforma forte delle migliaia di seguaci che avrà in poche ore e iniziare a guadagnare subito.

Per i creatori di contributi la grande maggioranza delle entrate proviene dagli abbonamenti (63%) e dalle donazioni (32%). Funziona così: se io sono appassionato di un gamer posso decidere di finanziare la sua attività aiutandolo ad acquistare ciò che gli serve per proseguire e migliorare nel gioco, oppure posso acquistare i suoi gadget. Una percentuale più piccola degli introiti, invece, viene dalle pubblicità e dai link di affiliazione. Crescendo la visibilità di Twitch crescono ovviamente anche quelle dei gamer e, in questo senso, la battaglia fra piattaforme di streaming è accesa e vivace. Gli abbonamenti vanno dai 4,99 ai 24,99 dollari e abbonandosi gli utenti ricevono bonus differenti da canale a canale: visualizzazione senza pubblicità, chat private aggiuntive e la possibilità di pubblicare clip.

La reclusione e le nuove star della piattaforma

Il 28 marzo scorso arriva un messaggio: “Ieri Lando Norris ha fatto 90.000 spettatori su Twitch”. Ecco la dimensione del fenomeno. Il 21 enne pilota della McLaren si mette a streammare su Twitch i suoi momenti di svago dopo la sospensione del Gran premio d’Australia e di quelli a seguire, ritrovandosi con poco meno di 387 mila follower in pochissimo tempo. In confronto il pilota Ferrari Charles Leclerc sembra un principiante, fermo a circa 195 mila follower. Ma quella dei piloti di Formula 1 e della MotoGP che si sono reinventati gamer virtuali è un fenomeno esploso proprio nelle settimane di quarantena forzata.

E il calcio?

I calciatori non sono da meno. Proprio in queste ore, grazie a Fifa 20, il mondo del pallone si sta sfidando nella Stay and Play Cup, trasmessa sul canale Twitch di EA Sports che ha invitato i calciatori di alcuni dei team più forti d’Europa – Liverpool, Ajax, Roma, Chelsea, Real Madrid – a giocare un vero e proprio torneo su più giornate fino al 19 aprile. Con la loro “partitella fra amici” in diretta streaming mondiale, i venti calciatori coinvolti aiuteranno a raccogliere fondi per il Global Giving’s Coronavirus Relief Fund, mentre EA donerà un milione di dollari per le comunità più colpite dalla pandemia.

Rap, politici e non solo

È sbagliato pensare però che Twitch sia monopolio esclusivo degli sportivi. I personaggi più seguiti restano i gamer professionisti. Gente come Giorgio Calandrelli (pow3rtv) con più di 800 mila follower, o Gabriele Gaiba (justgabbo) con 375 mila, solo per citare i più seguiti in Italia. Ma sono tantissimi anche i musicisti che su Twitch giocano e producono contenuti “altri”. Uno dei primi a usare la piattaforma è stato il dj Steve Aoki che, oltre a mostrare le sue sfide, ha trasmesso sul portale una performance dal vivo da un nightclub di Ibiza. Sempre in tema musicale, Snoop Dogg è uno degli artisti più attivi su Twitch, così come Post Malone e il rapper T-Pain. Non per giocare, ma per i loro comizi, invece, l’hanno usata in passato anche Bernie Sanders e Donald Trump, sbarcati su Twitch mossi più dalla numerosa platea raggiungibile che dalla voglia di mostrare la loro bravura nel giocare a Leagues of Legend.

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