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Lo splendido borgo di Clanezzo per una gita fuori porta

Fotogallery. Un itinerario breve a due passi da Bergamo, attraverso il fascino e la bellezza della zona storica di Ubiale. Tra ponti medievali, dogane e scorci naturalistici mozzafiato

Lettura 3 min.

Negli ultimi weekend, il maltempo della primavera inoltrata (oltre a causare diversi danni) ha finito col sabotare anche gite ed escursioni. Una beffa per i molti che hanno accolto la ritrovata possibilità di uscire come un’occasione per tornare a vivere e godere liberamente del territorio e della sua natura.

Eppure gli intervalli di sole (benché limitati) ci hanno permesso di riscoprire piccole perle e angoli splendidi della provincia. Quegli itinerari da godere a spicchi, assaporando appieno la lentezza e il relax di una visita ai luoghi di casa.

Per tutte queste ragioni oggi vi proponiamo un percorso facile da raggiungere, ricco di suggestione e perfetto per una mattinata o una mezza giornata tra storia e natura: quello che attraversa l’antico borgo a Ubiale Clanezzo.

L’acqua che scorre, il fruscio degli alberi, il rumore dei passi su sentieri e scalinate in pietra. Insomma, il contesto è un’autentica parentesi di pace ai piedi del monte Ubione, nel punto esatto in cui il torrente Imagna si tuffa nel Brembo e le Valli Imagna, Brembana e Brembilla si incontrano.

L’itinerario comincia nei pressi del Castello di Clanezzo, un edificio di origini medievali la cui struttura venne alterata da interventi risalenti al XVII secolo. Quando arriviamo in via Clanezzo tuttavia la troviamo chiusa per alcuni lavori in corso. Decidiamo così di lasciare l’auto in via Regina Teodolinda e proseguire fino al castello a piedi.

Ed ecco che dopo pochi minuti di cammino, ci accoglie una prima splendida visione: attraversando lo stretto ponte a senso unico alternato, molti metri più in basso fa la sua maestosa comparsa il medievale Ponte di Attone, perfettamente conservato e avvolto da boschetti rigogliosi.

Proseguendo, sulla sinistra una cancellata anticipa la visione dell’elegante doppio loggiato del Castello di Clanezzo, esito delle numerose trasformazioni che nei secoli lo hanno portato da maniero con funzioni difensive a palazzo signorile, fino alla sua attuale funzione di albergo-ristorante. Sul lato destro della strada, comincia invece il sentiero verso la nostra meta. Serpeggiando tra alberi e muretti in pietra, la scalinata scende rapidamente verso il fiume, ancora avvolta da un’insolita quiete considerata la mattinata ormai inoltrata.

Raggiungiamo rapidamente l’antico porto di Clanezzo, disabitato dalla fine del Novecento e ora interessato da alcuni interventi di recupero che lo trasformeranno in un’area residenziale. Qui fin dal 1614 era documentata la presenza di un servizio di traghetto per attraversare il Brembo da una sponda all’altra e adibito al trasporto delle merci. Servizio interrotto nel 1878, quando una piena distrusse il mezzo e venne costruito un nuovo passaggio pedonale.

L’attenzione viene catturata proprio dalla passerella tibetana sul fiume conosciuta come “il ponte che balla”. Non a caso: attraversandolo sembra di ondeggiare su una barca sospinta dalla marea. Una sensazione che ci accompagna anche dopo essere tornati sulla terra ferma.

Per questo motivo consigliamo ai deboli di stomaco di non attraversare il ponte dopo mangiato. Un consiglio bonus per chi soffre di vertigini: non attraversatelo e basta. Se invece non avete problemi di sorta, il passaggio avrà sicuramente un fascino unico, soprattutto per i bambini. Ed ecco che dopo il ponte si apre un’altra attrazione nostrana: “Clanezzo beach”. Una spiaggetta di sassi che in pochi minuti comincia a punteggiarsi di qualche famigliola intenta a prendere il sole.

Costeggiamo un tratto del Brembo accompagnati da gruppi occasionali di ciclisti, prima di tornare sui nostri passi. Nel frattempo il ponte sospeso ha cominciato a riempirsi: dopo un’attesa paziente per poter mantenere le distanze di sicurezza sullo stretto passaggio, ci lanciamo in una nuova traversata accompagnati dall’ormai familiare sensazione di dondolio.

Un’altra meraviglia architettonica ci aspetta sull’altra sponda e la sua comparsa non delude le aspettative. In brevi minuti il Ponte di Attone fa capolino tra le macchie verdeggianti della vegetazione. Stando ai dettagli forniti dal Comune e dai pannelli informativi, apprendiamo che il suo nome è legato alla leggenda secondo cui Attone Leuco, conte d’Alemanno, fece erigere il ponte nell’X secolo, periodo al quale risalirebbe anche la Rocca di Ubione. Il tutto per procurarsi una via di comunicazione privilegiata.

Sull’unica ampia arcata in pietra, saldamente ancorata sulle sponde del torrente Imagna, si respira un’aria carica di storia e antiche glorie commerciali. Il ponte medievale era infatti un passaggio strategico per collegare la valle con i centri del commercio oltralpe, fino al Passo San Marco e poi oltre, attraverso la Valtellina per giungere ai Grigioni.

Proprio in corrispondenza della struttura, si innalza il bellissimo edificio della Dogana (o torre di guardia) con una splendida struttura a torretta, un tempo abitata da un custode adibito alla riscossione del pedaggio.

Lo lasciamo alle nostre spalle, risalendo lungo l’ultima scalinata in pietra che ci fa sbucare accanto al Ristorante Pizzeria del Moro, dove termina la nostra escursione.

Ubiale Clanezzo su Wikipedia

(foto Marta Belotti)

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